Si è aperta questa mattina davanti al gup di Cagliari Roberto Cau l’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio di 21 indagati nell’ambito dell’inchiesta su alcune nomine della Regione Sardegna risalenti al 2020 e che la procura ritiene illegittime.
Tra i 21 indagati, accusati a vario titolo di corruzione, abuso d’ufficio e induzione indebita, turbativa d’asta e falso, spiccano l’ex governatore Christian Solinas, l’allora assessora dell’Industria Anita Pili, l’ex vicepresidente della Giunta Alessandra Zedda, ora candidata sindaca di Cagliari con il centrodestra, l’ex consigliere regionale del Psd’Az Nanni Lancioni, il già responsabile di Ats e Aspal Massimo Temussi, attuale direttore generale delle politiche attive del ministero del Lavoro, e il presidente di Confindustria Sardegna Maurizio De Pascale.
Sotto la lente del pm Andrea Vacca le nomine del 2020 al vertice dell’Aspal e quelle alla direzione del Servizio attività estrattive e recupero ambientale dell’assessorato dell’Industria.
Secondo la procura, il nome del successore di Temussi all’Aspal venne condizionato a partire dalla formazione della commissione esaminatrice che sarebbe stata pilotata da Solinas e Lancioni per assegnare la guida dell’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro a Maika Aversano in modo non lecito.
Altra nomina contestata è quella del direttore del Servizio attività estrattive. L’ipotesi accusatoria è che la selezione sia stata, anche in questo caso, pilotata all’inizio a favore di un funzionario, Nicola Giuliani, grazie all’intermediazione di alcuni imprenditori del settore dei minerali industriali, del segretario generale di Confindustria Marco Santoru e del presidente Maurizio De Pascale, che avrebbe fatto il suo nome all’assessora Pili. Alla fine si puntò su un altro candidato, Gianfranco Porcu, che risulterà vincitore. E questo – stando ai riscontri della procura – grazie ad anticipazioni sulla prova orale fornite dalla stessa Pili al suocero dell’aspirante dirigente, l’ex consigliere regionale Pasquale Onida. Poi sarà il Tar ad annullare tutto e dichiare un altro vincitore, scrive l’Ansa.