Non tutte le vite hanno lo stesso valore. Non amo politicizzazioni e speculazioni, ancor meno sulle vittime di guerra, meno ancora sui bambini e gli infanticidi, ancor meno e più che meno a scopo di propaganda politica.
Dove voglio arrivare? A uno stato di Palestina mai riconosciuto nel nome del popolo d’Israele che a dirla tutta sarebbe storicamente lo stato di Palestina, un territorio depredato tradotto in ghetto per chi lo abitava da sempre, questo può generare terrorismo? Certo che si, il distinguo tra terrorismo e resistenza è labile, molto labile, nel Regno delle due Sicilie i Borboni a un certo punto vennero rappresentati come Briganti, ma come, tu m’invadi, io resisto e difendo la mia terra da te e io sono il brigante o il terrorista? Non esiste un popolo superiore a un altro, men che mai per mandato divino, perché popolo siamo tutti in modalità deolocalizzata, frontiere e limiti servono solo a legittimare una diversità che nel nome della globalizzazione potrebbe tendere a renderci umanamente integrati, chiaramente intendo penso alla globalizzazione come quella cosa che rende l’umano un pulviscolo d’universo visto dall’altrove, nel nome di questo dovrebbe sapere integrarsi e riconoscersi, fare fronte comune dinanzi l’avversità nel nome di una tutela di specie che ci vuole scientificamente tutti sapiens (non si è cristiani piuttosto che islamici, si è spirituali) che hanno come unica variante di specie quella del limite della propria cultura ideologica.
Questo per dire, che fomentare un’opinione pubblica in qualsiasi parte del pianeta, pro Israele è disumano, strumentalizzare un rapimento di bambini e adolescenti da parte di Palestinesi che nascono e vivono in trincea, non proprio trattati da umani da uno stato che nega i diritti di base di un altro stato non negato e non riconosciuto e incitare nel nome di questo a una Gaza rasa al suolo è criminale.
La libera opinione esiste nel momento in cui è tollerante dell’opinione dalla quale si vorrebbe liberata, qualcuno lo dica a Mario Caboni, che come riportato da Simone Spiga, il 7 Ottobre 2023 auspicava una rasa al suolo di Gaza come fecero i sovietici con Hitler, adesso prendere Stalin e la Russia socialista come modello di democrazia contemporanea mi pare faticoso, come si fa a leggere la Storia e la memoria così d’analfabeti? Questo è il modo di ragionare del Partito Sardo d’Azione? Questa è l’ignoranza isolana diffusa da cui sono scappato, distante dalla saggezza di un popolo che un tempo sapeva essere silente con dignità nel nome della forza della propria ragione, in posizioni culturali come questa c’è la fine dell’identità e della cultura sarda, sul mercato del migliore offerente, chiaro per tutti che la vita di un israeliano uomo, bambino o anziano che sia, vale più in termini di mercato, di quella di un palestinese che ha come sola colpa quella d’essere nato in un territorio disegnato come conquistato.