Anche a distanza di molti anni ci ricordiamo il 35% di ciò che annusiamo, contro il 5% di ciò che vediamo e il 2% di quello che ascoltiamo.
Che l’olfatto resista più degli altri sensi l’ha indagato la Rockefeller University di New York e ogni Paese ha i suoi ‘gusti olfattivi collettivi nazionali’ , ovvero quel range di profumi tipici locali che si apprendono durante l’infanzia e che restano indelebili nella memoria tanto da essere stati classificati dettagliatamente, anche con l’uso di sistemi di Intelligenza Artificiale, per creare profumi irresistibili a misura di ‘memoria olfattiva collettiva’ ma anche per eliminare invece gli odori cattivi, sgraditi, connessi con esperienze negative e che ci fanno stare male.
Quali gli aromi tipici? I francesi non sanno dire di no alle nuances della lavanda, con cui crescono grazie all’uso diffuso della pianta e alle distese colorate che ricoprono le colline in Provenza. Per loro si tratta di odori familiari, rassicuranti (crescono con i sacchetti di lavanda nei cassetti e con le essenze alla lavanda, per i profumi e per il bucato molto più di quanto non facciamo noi italiani). Negli Stati Uniti gli odori indimenticabili, acquisiti durante l’infanzia, hanno a che vedere con i dolciumi dei tipici negozi di caramelle e leccornie, di ‘candie cotton’, di marshmallow caramellati, di noccioline tostate, di bicchieroni di smoothie. Insomma gli americani adorano le fragranze zuccherate e fruttate, dunque molto dolci.
E gli italiani? I nostri odori collettivi sono stati appena studiati e classificati dagli analisti e profumieri di Mane, colosso francese produttore di essenze e fragranze a livello globale. “Noi non dimentichiamo l’odore del back to school, ovvero del rientro a scuola di settembre, delle colazioni tipiche, dolci e salate, tipiche delle nostre regioni, – spiega Cristina Stefanutti, marketing manager fragrance division Mane Italy, intervenuta al recente Pitti Fragranze di Firenze. “Con l’intelligenza artificiale ed il metaverso le memorie olfattive nazionali ci permetteranno di vedere anche il futuro del mondo dei profumi con nuove tecniche olfattive, – ha precisato Melanie Duhamel, direttore della divisione fragranze del brand Italia, Spagna e Portogallo. Dunque ci restano indelebili nella memoria ,acquisendo una sorta di potere rassicurane e rilassante, l’odore dei quaderni e dei libri nuovi, delle cartolerie, delle matite appena temperate (note legnose, di cedro), dei gessi e del cancellino (per chi ancora li usava), delle copertine in plastica con cui si foderano i libri nuovi, delle gomme da cancellare. Inoltre delle colle che si usano in classe, dalla vecchia colla bianca in vasetto a quella più fluida che sulla pelle creava delle pellicole divertenti da staccare, fino a quelle in stick. Agli odori del rientro a scuola di settembre si aggiungono poi quelli delle merende tipiche all’italiana che si consumavano a casa, dopo la scuola o in mensa: crostate e crema alla nocciola spalmabile, dolci al cacao e ovetti di cioccolata nera e bianca oramai divenuti iconici nel nostro paese.
Gli italiani inoltre amano più di tutti il pane fresco (e non in busta) e la pizza appena sfornati tanto che le merende salate sono tipiche quanto quelle dolci. Una capatina al forno, abitudine molto comune ritornando da scuola, ci fa amare per sempre quell’odore avvolgente e confortevole di farina tostata, di rosmarino, di focacce. Nell’elenco degli odori collettivi più amati da noi, acquisiti da piccoli, seguono l’odore di pulito, di bucato appena fatto, di ammorbidenti. E delle fragranze sprigionate anche dai giocattoli: l’odore vanigliato delle bambole, di metallo delle macchinine, di paste modellabili, delle bolle di sapone. Inoltre l’odore delle diverse attività sportive o ricreative tipiche di noi da bambini: l’odore del pallone da calcio, delle palline da tennis, dei pavimenti delle palestre, dei boschi e delle pinete battute in autunno (e perciò umidi, profumatissimi) per le corse campestri. Infine l’odore delle vacanze, estive e invernali: dei viaggi in treno o in auto, del rifornimento di benzina, dei luoghi di villeggiatura, del mare, della montagna e delle feste natalizie, dei mercatini, dell’anice stellato, dei dolciumi tipici.
La nostra memoria olfattiva collettiva si svela ai ricercatori che iniziano a studiarla e classificarla anche usando l’Intelligenza Artificiale. E’ recente infatti la partnership siglata tra il colosso di beni di largo consumo, inclusi i profumi, Procter & Gamble con l’hitech Moodify per la messa a punto di fragranze attraverso un software A.I. che, attraverso algoritmi precisi, ha già accumulato un database incredibile di aromi (pare essere il più esteso al mondo). Avremo così presto la possibilità di riconoscere e controllare gli odori cattivi e quelli buoni per creare fragranze sempre più adatte ai diversi mercati del mondo anche strizzando l’occhio alla Gen Z che pare essere, tra tutte le generazioni, quella più addicted ai profumi. Li usano anche per andare a scuola e a seconda dell’umore tanto che il consumo di fragranze in questa fascia di età è aumentato fino all’83% con un uso davvero intenso (attesta il nuovo report Circana, appena pubblicato sulla rivista per profumieri e ricercatori Perfumer & Flavorist).