Novantenne chiama i carabinieri a Natale: ‘Sono sola’

Il Natale per una persona sola, anziana e malata, può trasformarsi in una giornata infernale: mentre gli altri si divertono chi non ha nessuno in casa passa la giornata a rievocare ricordi e tormentarsi.

E’ quello che è successo a una 90enne di Budoni nella costa nord orientale della Sardegna, il pomeriggio del 25 dicembre scorso, quando decide di spezzare la sua solitudine con una telefonata che sorprende i militari della compagnia dei Carabinieri di Siniscola, un paese della costa qualche chilometro più a sud di Budoni da dove arriva la chiamata.

Dall’altra parte del telefono c’è la signora anziana: si sente sola e cerca un po’ di compagnia. “In questa giornata di festa la solitudine per me aumenta, se non vi disturbo, visto che sento la divisa dell’Arma come famiglia, mi piacerebbe trascorrere qualche ora con voi” scandisce la 90enne lasciando senza parole i militari in servizio per le festività.

L’appuntato che ha preso la chiamata riferisce la conversazione al comandante della Compagnia, il capitano Marco Calò, che non ci pensa due volte a mandare una pattuglia di due uomini in casa della signora. Era dispiaciuta di essere rimasta sola il giorno di Natale e ha raccontato la sua sofferenza, ma ha aggiunto subito dopo il motivo che l’ha indotta a chiamare i Carabinieri e le sue parole sono commoventi: “L’Arma per me è famiglia – ha spiegato -: mio papà classe 1889, era maresciallo maggiore dei Carabinieri e vedendo voi e la vostra divisa che è stata per me una presenza fissa, rievoco i miei momenti gioiosi che abbiamo vissuto con mio padre nella sua lunga vita: è morto infatti a 80 anni nel 1969”. Le chiacchiere vanno avanti per tutto il pomeriggio e la signora sembra dimenticare quella brutta prima parte della giornata di festa.

“E’ stato un piacere oltre che un grande onore per noi essere stati chiamati dalla signora per farle gli auguri di Natale e regalarle alcune ore di compagnia alleviando quindi la sua sofferenza – ha detto all’ANSA il capitano Marco Calò – Credo che il nostro compito sia quello di vigilare su queste persone fragili che chiedono compagnia. Da adesso in poi avremmo un’attenzione speciale per la signora e cercheremo di prendercene cura al netto del grande lavoro che fanno i familiari che sono comunque presenti. Abbiamo appreso dal suo racconto ciò che rappresenta per lei l’Arma e cercheremo d’ora in avanti di esprimerle un po’ di vicinanza e di aiutarla se ha qualche difficoltà”.

Non è l’unica “buona azione” fatta dai militari nuoresi per Natale. Sono state tante la azioni di solidarietà e beneficenza portate avanti dal comando provinciale. Dopo essersi travestiti da Babbo Natale hanno portato i doni ai piccoli pazienti del reparto di Pediatria del San Francesco ma anche agli orfani dei loro colleghi deceduti. Si sono prodigati inoltre a raccogliere fondi per acquistare due poltrone che hanno donato per alleviare le sofferenze dei pazienti dell’hospice dell’ospedale Zonchello di Nuoro. E non sono mancate le raccolte di alimenti per le famiglie meno abbienti e il “Torneo dell’Amicizia”, la partita di calcio per raccogliere fondi da donare al reparto Pediatria dell’ospedale di Nuoro, scrive Maria Giovanna Fossati per l’Ansa.

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