La Sardegna dice ancora una volta No alla realizzazione dell’Isola del deposito unico per le scorie nucleari per il quale è stata avviata la procedura di valutazione ambientale strategica che dovrà accompagnare la proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ad ospitare il sito.
In questa carta sono presenti anche 16 comuni sardi che insistono nelle otto aree individuate come potenziali sedi del deposito.
La Regione, nei giorni scorsi, ha convocato d’urgenza un incontro con tutti i soggetti competenti in materia ambientale tra i quali appunto i comuni.
“La Sardegna – spiega l’assessora regionale dell’Ambiente Rosanna Laconi – ribadisce con forza il proprio No a questa ipotesi, come già espresso dal Consiglio Regionale nel 2021 e rafforzato dall’ordine del giorno numero 15/XVII approvato lo scorso 3 dicembre. Questa battaglia – ribadisce – è un punto fermo del nostro impegno a tutela dell’ambiente, della sicurezza e del benessere delle comunità locali. Rappresentiamo il sentimento unanime dei cittadini sardi, ha ricordato l’assessora, già espresso nel referendum del 2011, con il 97% dei votanti contrari a qualsiasi installazione nucleare sull’Isola”.
Dalla riunione è emerso l’impegno di tutti i soggetti coinvolti a lavorare e integrare i contenuti di un documento elaborato a partire dalle osservazioni redatte dal Comitato Tecnico Scientifico regionale costituito nel 2021. Il documento evidenzia le “gravi criticità” che rendono la Sardegna “del tutto inadatta ad ospitare una struttura di tale pericolosità per le popolazioni, in ragione dei rischi che la sua realizzazione potrebbe comportare per l’ambiente, il paesaggio, le produzioni agricole e zootecniche, l’approvvigionamento idrico riconducibili alla realizzazione del depot, solo per citare alcuni degli ambiti più sensibili”.
“Non arretreremo di un millimetro. La difesa della nostra terra, delle nostre comunità e del nostro futuro – conclude Rosanna Laconi – è una priorità assoluta”.