Dati allarmanti e spunti di riflessione interessanti. Questo il giudizio dell’associazione Codici in merito a quanto emerso dal Convegno sulla Responsabilità Sanitaria organizzato da Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio Sanitari) giovedì scorso a Roma, che ha proposto in cifre la difficile situazione della sanità con uno studio su ricoveri ed errori.
A colpire, in particolare, è il dato relativo agli errori sanitari: coinvolgono circa 1 milione di pazienti su circa 10 milioni di ricoveri ospedalieri e circa 7mila sono le vittime per cause connesse ai trattamenti sanitari ricevuti. “Sono numeri decisamente allarmanti – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, che raccontano una realtà che si cerca di nascondere demonizzando chi denuncia casi di malasanità. Il problema c’è, è grave e deve essere affrontato. Basti pensare che tra le cause principali dei decessi dovuti ad errori sanitari durante i ricoveri ci sono le cosiddette infezioni ospedaliere, una criticità ben conosciuta ma su cui si fa ancora troppo poco”.
“Le lacune sono evidenti – aggiunge Giacomelli –. Il declino della sanità italiana continua inarrestabile. Una situazione sconfortante che non fa che alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti del Sistema Sanitario Nazionale e che, purtroppo, sfocia a volte in aggressioni al personale sanitario. In questi giorni è entrato in vigore il decreto legge antiviolenza”.
“Il testo prevede pene più severe in caso di danneggiamento alle strutture sanitarie e socio sanitarie – spiega il Segretario Nazionale di Codici –, e obbligo di arresto in differita in caso di aggressioni a danno del personale sanitario. La violenza deve essere sempre condannata, non c’è nemmeno da discuterne. A nostro avviso, però, è necessario un passo in più”.
“Se si indagassero i perché di queste situazioni – osserva Giacomelli –, si comprenderebbe che parte del motivo di alcune di queste vicende deriva dal rapporto di fiducia ormai deteriorato tra cittadini e servizio sanitario. Come si recupera? Ad esempio, rimediando a problemi ormai cronici. Pensiamo alle carenze strutturali di Pronto Soccorso e medici di base, al personale ridotto all’osso che copre a fatica i turni, ai tempi di attesa estenuanti per una visita o per un esame, a quei Pronto Soccorso dove si accompagna un proprio caro per poi perderne il contatto per ore, senza avere più notizie sulle sue condizioni di salute e sulle cure che gli vengono date. Sono situazioni inaccettabili su cui bisogna intervenire con urgenza”.