Un detenuto di origine pugliese ha aggredito un poliziotto penitenziario del carcere di Oristano e lo ha percosso brutalmente dopo averlo spintonato.
Lo denuncia Luca Fais, segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
“Ennesimo grave episodio di violenza in un carcere sardo. Nella Casa circondariale di Oristano si è infatti consumata una brutale aggressione da parte di alcuni detenuti nei confronti di un Agente: uno in particolare, di origine pugliese, dopo avere avuto delucidazioni su una modalità organizzativa del Regolamento interno lo ha prima proditoriamente colpito per poi spingerlo in una saletta e percuoterlo davvero con una brutale violenza – spiega – Grande solidarietà e vicinanza al collega ferito gravemente, ma questa è la goccia che fa traboccare il vaso: basta violenze contro la Polizia Penitenziaria.
Pretendiamo che lo Stato tuteli i suoi servitori”. Fais evidenzia l’alto numero di detenuti ristretti nell’Alta sicurezza nel carcere (circa 140) al quale si contrappone una significativa carenza di personale di Polizia Penitenziaria: “Questi detenuti devono essere ristretti in altre carceri, predisposte strutturalmente – aggiunge – La situazione è davvero al limite, incandescente”.
“Una cosa è certa – dichiara Donato Capece, segretario generale del Sappe – il sindacato non mollerà di un centimetro e non fermerà le proprie rivendicazioni per garantire ai poliziotti penitenziari di Oristano la massima incolumità fisica in servizio.
Per questo chiediamo di essere dotati di taser per fermare le aggressioni dei detenuti violenti. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi”.