Ritorna a nuova vita il chiostro del XV secolo della chiesa e convento di San Domenico a Cagliari.
A fine novembre è terminata la seconda fase dei lavori di restauro architettonico e delle superfici decorate che ha interessato sei campate del braccio ovest.
Agendo sulla pietra cantone, in sei mesi le restauratrici della Conservazione e restauro di Roma hanno riportato al vecchio splendore una delle zone più antiche del chiostro, gotico-catalano, e che racchiude gli stilemi dell’architettura gotica. Hanno rimosso i depositi di inquinamenti atmosferici, eliminato stuccature e il colore bruno-arancio probabilmente riferibile a un intervento degli anni ’50 e consolidato la pietra calcarea, soggetta a friabilità, con dei prodotti inorganici.
“Un progetto avviato a maggio e un lavoro per fasi e complesso, perché le risorse non sono disponibili tutti in questo momento e perché è utile al ragionamento sulla modalità di intervento nel quale sono state sperimentate modalità molto nuove e tecnologie molto avanzate – ha detto Monica Stochino, segretaria regionale e soprintendente dei beni culturali di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna – l’intenzione è di rendere accessibile il cantiere di restauro, per dare conto dell’attività che stiamo portando avanti”. Per il recupero complessivo del chiostro è stato stimato un costo di 2 milioni euro già richiesti a Roma, ma il progetto di restauro della sola ala ovest è stato portato avanti con 240mila euro sulla programmazione ordinaria.
“Ad oggi abbiamo messo in sicurezza con interventi strutturali non privi di alti livelli di complessità il braccio est e abbiamo concluso il restauro delle superfici decorate del braccio ovest – riferisce l’architetta Patrizia Luciana Tomassetti, direttrice dei lavori – purtroppo grande parte, compresa una volta a 17 chiavi della Chiesa originaria di San Domenico, la più grande del Mediterraneo, è andata distrutta nei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale”. Il prossimo intervento, quello più urgente è quello che dovrà essere portato avanti sul braccio sud, con superfici decorate e lapidee, nel quale si affaccia l’ingresso.