Nuovo campo boe a Cala Granu, Grig ‘si rischia overturism’

A poco più di dieci giorni dal rilascio dell’autorizzazione definitiva da parte del Suape del Comune di Arzachena, il Gruppo di intervento giuridico ha inviato al ministero all’Ambiente, alla Regione, alla direzione marittima di Olbia e ai Comuni di Arzachena e La Maddalena insieme all’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago, un’istanza di diniego di autorizzazione alla creazione di un grande campo boe di fronte alla spiaggia di Cala Granu, lungo la costa nord orientale dell’isola.

La Anchor Bay Benefit Srl ha, infatti ,chiesto la concessione demaniale marittima per 236 metri quadri di specchio acqueo davanti alla rinomata Cala Granu, una delle mete più ambite ed esclusive della Costa Smeralda.

Qui, stando al progetto della società, dovrebbe sorgere un campo boe per l’ormeggio di tre unità di diporto di grandi dimensioni, a poco più di 200 metri dell’arenile e a soli 100 metri dalla suggestiva scogliera che circonda la cala.

Le boe degli ormeggi verranno rimosse durante il periodo invernale e riposizionate in vista della stagione turistica.

A dare il proprio nulla osta al progetto è già stato il Servizio Demanio, Patrimonio e Autonomie Locali di Sassari e Olbia Tempio della Regione, manca adesso solo la decisione della conferenza di servizi del Comune di Arzachena. Ma l’associazione ecologista lancia un grido d’allarme: “l’area di mare individuata rientra nella fascia di protezione esterna del parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, che comprende anche l’Isola delle Bisce e le Isole di Li Nibani, e la posa in mare dei corpi morti per ancorare le boe è soggetta a specifica autorizzazione”, scrivono in una nota, sottolineando quando questo tratto di costa sia preso d’assolto da migliaia di imbarcazioni da diporto ogni estate.

“Vista la scarsa efficacia di controlli e sanzioni, qualsiasi previsione di nuovi approdi non può che peggiorare l’overdose di turismo nautico foriero di inquinamento marino e di crescente antropizzazione in quella che dovrebbe essere un’area protetta”, conclude il Grig.

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