La pratica sportiva come strumento di inclusione sociale.
È l’idea di “Oltre lo sport, si può fare!”, il progetto finanziato dal bando Sport di Tutti Carceri, presentato oggi a Sassari.
L’iniziativa coinvolgerà i giovani in carico al Centro di giustizia minorile della Sardegna, che si cimenteranno con padel, pugilato, calcio a 7 e basket.
Uno di loro farà svolgere un tirocinio con l’Asd Thiareb, capofila del progetto.
“Diamo a dei ragazzi che hanno commesso qualche sbaglio una nuova opportunità”, spiega Manuel Vannuzzo, presidente della Thiareb. “Crediamo nell’inclusione tramite la pratica sportiva”, aggiunge Antonello Marongiu, presidente dell’Asd A tutto padel.
“Ci crediamo e il bando ci consente di dare ulteriore sostanza al nostro percorso”.
Per Ugo D’Alessandro dello Sporting Padel Milano26, “magari uno dei ragazzi diventerà un campione e sarà da esempio per altri”. Si tratta di certo di un supporto prezioso per chi gestisce i servizi per la giustizia minorile. “Vogliamo che i ragazzi decidano di intraprendere nuovi percorsi, di vivere in maniera diversa dal passato”, conferma la direttrice Daniela Pirastu.
Ci sarà anche l’Università di Sassari. “Attraverso lo sport si dà a questi ragazzi l’opportunità di misurarsi coi loro limiti e con la possibilità di superarli”, spiega la docente Maria Lucia Piga, che presiede il corso di laurea in Servizi sociali.
L’esempio di cosa possa fare lo sport è il campione Salvatore Erittu, figura di riferimento del Boxing Team che porta il suo nome. “Rivedo la mia gioventù e la mia evoluzione come uomo, il progetto può dare ai giovani delle opportunità reali”. Come spiega la presidente Maria Grazia Sias, la cooperativa Edupé “affiancherà ai ragazzi educatori professionisti, per dare risalto al valore pedagogico dello sport”.
Per Maria Grazia Sanna, presidente del comitato Unicef di Sassari, “lo sport è fondamentale quando sa essere uno strumento di educazione”.