Le due delibere della Giunta regionale che riguardano il mondo dell’emergenza sanitaria, gestita da Areus, “stravolgono i fondamentali del servizio 118 attualmente in essere, senza curarsi minimamente del parere degli enti del Terzo settore che sostengono il servizio di emergenza sanitaria in Sardegna per l’80%”.
E’ quanto sostengono, in una nota, i rappresentanti delle organizzazioni del Terzo settore che operano nel Servizio di emergenza-urgenza 118.
In particolare, “la delibera n.4/59 – spiegano – ridisegna il piano territoriale e le risorse operative attuali, prevedendo la chiusura di postazioni e l’apertura di nuove, con una precisione goniometrica, ma senza alcuna considerazione delle realtà territoriali che storicamente esistono e hanno, da sempre, supportato il sistema 118.
Il piano è nato su proposta di Areus che, naturalmente si è ben guardata di prendere in considerazione i rilievi sollevati dalle rappresentanze degli Ets, già espressi nel 2022, bocciando la prima stesura del progetto. Non rispettando, quindi, quanto previsto dalla normativa circa le fasi di co-progettazione e co-programmazione dei rapporti”.
“La delibera n.9, art.49, comma 3, introduce, invece, dei nuovi criteri del testo della convenzione che regolamenta il servizio di base svolto proprio dagli Ets – proseguono gli operatori del 118 – e, anche in questo caso, senza alcun coinvolgimento delle rappresentanze. Questa delibera modifica i parametri d’età degli autisti soccorritori da 65 a 70 anni, fra l’altro, si tratta di una modifica più volte richiesta da una parte della rappresentanza del volontariato e mai concessa da Regione e Areus, con la motivazione di una presunta incompatibilità con la legge sulla sicurezza del lavoro, che oggi diventa ammissibile, stranamente a tre giorni dalle elezioni regionali. Sulla stessa delibera viene introdotta una convenzione che ha, nell’oggetto, la possibilità di svolgere servizio di automedica con solo autista volontario e due operatori (medico e infermiere) forniti da Areus, quindi con equipaggio misto, sfruttando, però, quanto previsto per il servizio di emergenza sanitaria di base con ambulanza eseguito da soli volontari”.