La polizia sudcoreana sta indagando su 17 soldati statunitensi e altri cinque individui accusati di essere coinvolti in un traffico di marijuana sintetica che veniva contrabbandata attraverso la posta militare. Nell’ambito della vasta operazione antidroga sono state perquisite almeno due basi: Camp Humpreys, la maggiore installazione militare americana all’estero, 48 chilometri a Sud di Seul, e Camp Casey, avamposto 40 chilometri a Nord della capitale del Paese asiatico. Lo riporta la Bbc.
L’investigazione, durata quattro mesi, era partita da una segnalazione della divisione investigativa criminale dell’esercito americano e ha portato al ritrovamento di 77 grammi di cannabis sintetica, oltre 4 kg di “liquidi misti” utilizzati per l’assunzione tramite sigaretta elettronica e 12.850 dollari in contanti presso le abitazioni dei 22 sospettati, due dei quali – un cittadino filippino e un sudcoreano – sono stati tratti in arresto.
Sette indagati, tra cui cinque soldati, devono rispondere del reato di spaccio, altri dodici sarebbero risultati consumatori e altri tre sono ritenuti intermediari del contrabbando, che veniva gestito attraverso SnapChat.
Conosciuta anche come “Spice” o “K2”, la marijuana sintetica riproduce gli effetti del THC, il principale elemento psicoattivo della cannabis, in maniera più potente e presenta effetti collaterali molto più gravi, come episodi psicotici acuti, deliri paranoici e grave agitazione. Lo stupefacente è difficile da individuare perché viene spesso utilizzato in forma liquida nelle sigarette elettroniche.
In Corea del Sud, i condannati per traffico di marijuana rischiano da cinque anni all’ergastolo. Il possesso di droga comporta una pena massima di cinque anni di carcere o una multa di 50 milioni di won, circa 35 mila euro.