Progressisti e M5s vanno all’attacco della Giunta Solinas dopo la pubblicazione della delibera per gli studi di fattibilità relativi ai nuovi ospedali che sorgeranno in Sardegna.
“È come il ponte sullo stretto di Messina: nessuno vedrà mai quell’opera, ma nei decenni sono stati prodotti pareri e studi di fattibilità con relative parcelle pagate – tuona Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, incontrando i giornalisti.
Solo che qui in Sardegna stiamo parlando della salute dei cittadini”. Rincara la dose la consigliera pentastellata Desirè Manca: “Abbiamo la necessità di ospedali che funzionino non di nuove scatole vuote”.
Per Agus il provvedimento varato dalla giunta regionale, “è un monumento all’assurdo amministrativo e contabile, oltre che pericoloso per la salute dei cittadini. È un atto – spiega – che non ha il parere di legittimità del dirigente alla Sanità, e che contiene contraddizioni enormi. Dà ad Ares il compito di progettare e realizzare nuovi ospedali soltanto a Cagliari e nel Sulcis Iglesiente, mentre per quelli di Sassari il compito spetta all’Asl e all’Azienda ospedaliero-universitaria”. Non solo. “A questa delibera – chiarisce il capogruppo progressista – è legato il futuro dello stadio di Cagliari inserito nell’accordo di programma che prevede anche la costruzione del nuovo ospedale della città”.
Dall’esponente dei cinquestelle arriva un’ultima bordata alla Giunta: “Se non si è nemmeno in grado di reclutare i medici e i tecnici per rendere operativi gli ospedali esistenti, come si intende sopperire al maggiore fabbisogno di figure professionali specializzate dovuto alla costruzione di nuove strutture sanitarie di grandissime dimensioni?”, si chiede Desirè manca in tono polemico. “Il nostro obiettivo – sottolinea – deve essere quello di garantire l’apertura di tutti i reparti e di rendere efficienti gli ospedali di tutti i territori dell’isola. Il nostro obiettivo – insiste l’esponente dell’opposizione – deve essere quello di garantire a tutti i sardi di potersi curare in Sardegna, di potersi operare con tempistiche adeguate, di non rinunciare alle cure per mancanza di possibilità economiche, di poter avere ancora fiducia nella sanità pubblica”.