Orson Welles e la dittatura in Argentina sul grande schermo del Greenwich d’Essai di Cagliari

Ancora tanti appuntamenti al Cinema Greenwich di Cagliari in via Sassari 65/67 nell’ambito della rassegna curata da Antonello Zanda dal titolo “DIRITTI E PROCESSI NEL CINEMA”, ovvero una fitta carrellata di proiezioni e incontri col pubblico sui controversi temi della giustizia. Pellicole d’autore ed esperti in sala per scandagliare le vicende giudiziarie di ieri e di oggi, tra pura finzione e trasposizioni di fatti realmente accaduti.

Prossimo evento lunedì 4 novembre alle ore 18,30 con “IL PROCESSO” di Orson Welles (1962), tratto dall’omonimo romanzo di Frank Kafka. Un film sull’irrazionale, sull’impenetrabilità della realtà, sull’ambiente burocratico e sul suo carattere indecifrabile e sottilmente “assurdo”, illogico. Al centro dell’opera Josef K. (Anthony Perkins), un anonimo impiegato, viene svegliato di soprassalto dalla polizia che gli annuncia di essere in arresto. L’uomo non sa darsi pace: non capisce le ragioni di quanto è successo, si dichiara innocente e crede di essere vittima di uno scherzo. Nel frattempo, si sta istituendo un processo contro di lui ma nessuno gli ha ancora rivelato quali siano i capi d’accusa. Tra espressionismo (per l’uso delle luci) e surrealismo (le situazioni mostrate), “IL PROCESSO” è una grande pellicola d’avanguardia, un incubo a occhi aperti dallo stile barocco e strutturato come una serie di scatole cinesi.

Secondo appuntamento della settimana giovedì 7 novembre, sempre alle ore 18,30, con “ARGENTINA, 1985” di Santiago Mitre (2022), ispirato alla vera storia dei procuratori Julio Strassera e Luis Moreno Ocampo che nel 1985 osarono indagare e perseguire i responsabili della fase più sanguinosa della dittatura militare argentina. Il film affronta una delle pagine più buie e drammatiche della recente storia del suo Paese: il periodo della spietata e sanguinaria dittatura presieduta dal generale Jorge Rafael Videla, che governò dal 1976 al 1983. Durante il regime militare vennero arrestate, torturate e uccise molte persone sospettate di appartenere all’area progressista della sinistra o di avere comunque posizioni critiche nei confronti del governo. Un’opera imperdibile soprattutto per il suo valore di testimonianza storica. Un richiamo al valore prezioso della democrazia e un monito perché tutto ciò non accada mai più.

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