Dietro il trasferimento della Chirurgia Toracica al Brotzu, il rischio di chiusura dell’unico ospedale oncologico della Sardegna.
Il Businco, l’unico ospedale oncologico della Sardegna, sulla scia dello smantellamento di altri colossi della sanità sarda, rischia la chiusura. Il rifacimento delle sale operatorie del Businco, è possibile senza il trasferimento del reparto altamente specializzato di Chirurgia ed Endoscopia interventistica toracica dal Businco al Brotzu, né dei pazienti per essere operati.
E’ incomprensibile come il Brotzu, in piena crisi strutturale e con un organico ormai allo stremo, possa accogliere reparti ben organizzati dell’Oncologico e garantirne l’efficienza.
Con il metodo del trasferimento, lo stesso ospedale Brotzu ha perso reparti di eccellenza multidisciplinari come la Neuroriabilitazione e la Diabetologia, condannando all’abbandono, in tutta la Sardegna, i cerebrolesi e i diabetici con complicanze.
Così come l’uso irrazionale dei fondi Pnrr, dedicati alle ristrutturazioni, hanno portato alla chiusura del prestigioso ospedale Marino. I reparti di ortopedia dispersi in altre sedi, non sono mai rientrati. Di fatto c’è un cambio d’uso, da sanitario ad altro.
Con il trasferimento al Brotzu, la Chirurgia Toracica, reparto di altissimo livello, dedicato al trattamento di patologie toraciche benigne e maligne, di complicanze degli ematologici e di traumatizzati, perderebbe ogni sua funzione anche per incompatibilità con le emergenze legate al Pronto soccorso.
D’altro canto il Brotzu è a rischio di implosione.
Le decisioni in materia sanitaria, impongono un cambio di paradigma che metta al centro di ogni scelta il diritto dei sardi alla salute. Le ristrutturazioni anche delle sale operatorie sono necessarie, ma necessitano di programmazione. Bisogna ascoltare i medici, i malati e i sindacati di categoria per non sbagliare.
di Claudia Zuncheddu – Rete Sarda – Difesa Sanità Pubblica