E’ difficile trovare le parole giuste per parlare ancora, dopo quasi un anno di massacri, di ciò che accade nella Palestina occupata. Non passa giorno che l’IDF, o gruppuscoli di coloni, non assassinino palestinesi innocenti.
Chi si informa su fonti attendibili, e non in quella sentina omissiva che è l’informazione ufficiale, sa che la bomba sul campo rifugiati, il cecchinaggio di bambini, l’uccisione dei (pochi) giornalisti presenti, il blocco armato dei soccorsi ONU, le mitragliate sulle ambulanze, l’arresto, la detenzione arbitraria e la tortura di semplici sospetti, sono eventi quotidiani.
E il tutto avviene in un contesto dove gli edifici rimasti in piedi sono una minoranza, e dove la morte per stenti o per mancanza di cure mediche è un evento ordinario.
Queste parole sono importanti innanzitutto perché sono un ammonimento a non far scivolare il sacrosanto disgusto per il comportamento dello stato israeliano in generico antisemitismo. Ci sono ebrei consapevoli dell’indifendibilità di Israele. E questo vale naturalmente anche in un altro senso: Israele la deve smettere di prendere in giro il mondo con il proprio stucchevole vittimismo, dove ogni critico sarebbe un antisemita.
E poi queste parole sono importanti per la loro pesata semplicità: 76 anni di OCCUPAZIONE armata illegittima + 336 giorni di GENOCIDIO (uccisione indiscriminata degli appartenenti ad un gruppo etnico con il fine di eliminarli da un territorio) + IMPUNITA’ sulla scena globale. Sono naturalmente certo che sul riferimento al genocidio qui salterà su il solito raffinato filologo da social che ci spiegherà, sul filo di un diritto elastico quanto un chewingum, che sì, ma no, “genocidio” è inappropriato, dipende, vedremo, le fonti, il consenso internazionale…
Ma anche basta.
Se vi basta cincischiarvi in verbalismi per distrarvi abbastanza da non vedere l’elefante nella stanza, questo è un vostro problema. E l’elefante è che noi stiamo vedendo qualcosa che fa impallidire illustri precedenti storici come la Rivolta del ghetto di Varsavia e lo stiamo vedendo in diretta (lì gli insubordinati all’occupante vennero uccisi nel numero di 13.000, qui siamo già a tre volte tanto.)
E l’unica, pelosa, ragione dell’impunità di Israele, la sola ragione al mondo per cui Israele non è messo immediatamente di fronte alle sue responsabilità, è che chiunque governi negli USA, garantisce e garantirà comunque protezione illimitata al proprio avamposto in Medio Oriente, Israele appunto.
L’unica ragione per cui un eccidio di innocenti continua su base quotidiana, senza scrupoli, nel più totale spregio di ogni legge terrena e divina, di ogni norma morale e di ogni diritto internazionale, è che questo “rogue state” è protetto dal bullo del quartiere.
E ora, commissari europei, senatori americani, presidenti e premier di varia estrazione, per piacere, continuate a spiegarci quanto a cuore vi stanno i “diritti umani”, quanto indomito è il vostro senso di giustizia. Attendiamo fiduciosi.
di Andrea Zhok