La vicina di casa, l’amico inventore, lo scienziato-soldato e la bambina.
Quattro personaggi di fantasia creati appositamente dallo scrittore sardo Andrea Pau per raccontare una delle figure più importanti della storia scientifica italiana: Enrico Fermi di cui il 28 novembre ricorrono i 70 anni dalla scomparsa.
Si intitola appunto “Enrico Fermi – Il genio atomico” (256 pagine Gallucci) il libro della collana Stem uscito poche settimane fa per raccontare la vita e le ricerche del grande studioso.
“Scrivere questa storia è stato un lavoro di squadra durato tutta l’estate – racconta all’ANSA Pau -. Oltre a Martina Sala, editor di Book on a Tree, e Federico Taibi, editor Gallucci, ho lavorato confrontandomi costantemente con il professor Vincenzo Barone. Insegnante di Fisica teorica all’Università del Piemonte orientale, autore di numerose pubblicazioni scientifiche, esperto (ed estimatore) della vita e dell’opera di Enrico Fermi: grazie a lui ho potuto risolvere i dubbi scientifici e rendere chiare ed efficaci anche per i lettori giovani le parti del romanzo in cui vengono spiegate le scoperte e gli esperimenti di Fermi”.
A volte trasportare sui carta studi e ricerche scientifiche non è facile, Andrea Pau per farlo ha creato i quattro personaggi di fantasia: Gertrude, la vicina di casa che vede crescere Fermi; Giuseppe, giovane inventore che lo frequenta in via Panisperna, negli anni del fascismo e degli esperimenti; Anthony, scienziato e soldato italoamericano ai tempi della guerra mondiale e della bomba atomica; infine Sarah, la bimba che lo conosce nell’ultimo periodo della sua vita.
Quattro personaggi di finzione con quattro punti di vista differenti sullo scienziato che riescono a raccontarlo in modo originale e unico. “La vita di Enrico Fermi si è incrociata e spesso ha influenzato la Storia del XX secolo – evidenzia ancora Pau -. Nel libro ho provato a rendere chiaro questo legame, e ho incrociato l’elemento romanzesco con quello storico. Posso dire che la quasi totalità degli aneddoti raccontati sono reali: rendere appassionante la vicenda umana senza tradire la realtà storiografica o quella scientifica è stata una sfida enorme, affascinante”.