Pavia, la città blindata per il 5 novembre. Destra e Rete antifascista a distanza

Come ogni anno il 5 novembre Pavia vedrà in Borgo Ticino un presidio statico per l’attivista scomparso La Rete invece sfilerà da piazza Italia al Ponte Coperto

Su una sponda gli esponenti di destra, sull’altra gli antifascisti. A separarli, il Ticino.

Pavia sarà ancora una volta divisa in due e blindata. In Borgo Ticino e più precisamente in via Scapolla si terrà un presidio statico per commemorare Emanuele Zilli, attivista missino ucciso il 5 novembre 1973 dopo tre giorni di coma.

A mezzo secolo di distanza le divergenze non si sono ancora ricomposte e ogni anno il 5 novembre arriva accompagnato da tensioni.

Quest’anno l’associazione Recordari ha chiesto di fare un corteo da via Dei Mille a via Scapolla, mentre la Rete antifascista avrebbe voluto “riprendersi il Borgo” sfilando da via Dei Mille a Strada Nuova.

Per evitare che le due fazioni si incontrassero, la proposta era di vietare la parata che richiama militanti da diverse città del Nord Italia. In alternativa si sarebbe potuto evitare il corteo antifascista, che non sarebbe stato accettato dalla Rete.

Salomonicamente il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ha deciso che entrambe le manifestazioni si potranno svolgere purché a debita distanza.

“La questura di Pavia ha deciso di vietare il corteo di commemorazione per Emanuele Zilli, militante missino barbaramente assassinato e la cui morte resta ancora senza giustizia. Già negli anni precedenti l’amministrazione comunale si era distinta per aver organizzato cortei antifascisti, in risposta alla commemorazione di Zilli, senza rispetto alcuno per la sua memoria. Al contrario di quanto temono certi personaggi, in 20 anni di cortei in ricordo di Emanuele, non abbiamo mai dato adito a critiche, lamentele, sproloqui i vaneggiamenti. Non presteremo il fianco a chi alimenta l’odio politico e cerca di impedirci di ricordare i nostri morti. Anche quest’anno, ricorderemo Emanuele Zilli, perché i suoi insegnamenti e la sua parabola non possono e non devono cadere nell’oblio”, affermano gli esponenti della destra.

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