Perquisita CasaPound a Padova per iniziativa pro Palestina

La Digos di Padova ha perquisito la sede euganea di Casapound, in seguito all’iniziativa provocatoria della ‘Pietra d’inciampo pro Palestina’ collocata nei pressi di Palazzo Moroni.

Gli agenti, su decreto della procura padovana, si sono presentati nella sede del movimento politico, il circolo culturale “il Bivacco” di Riviera Paleocapa, in quanto “ritenuti sussistenti indizi – è detto in una nota – in ordine ai reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione raziale etnica e religiosa”.

Le indagini sono scaturite a seguito dell’iniziativa di Casa Pound davanti al Municipio di Padova, dove i militanti hanno posto una finta “pietra d’inciampo” riportante la scritta “Per la Palestina e i suoi figli. Ottobre – Novembre 2023”, il cui gesto è stato poi pubblicizzato sulle pagine social del movimento.

Con la seguente nota CasaPound Italia, contesta con stupore l’impianto ideologico che ha mosso le indagini della Procura concluse, stamattina, con la perquisizione della sezione padovana del movimento. Stamane, infatti, la polizia ha proceduto alla perquisizione de “Il Bivacco”, sede di CasaPound Italia, aperta per l’occasione dai nostri militanti e ha dovuto constatare che le operazioni, come anche riportato nel verbale della questura, “davano esito negativo in quanto all’interno dei locali non veniva rinvenuto materiale ritenuto utile al fine delle indagini”. “Non che ci fossero dei dubbi – commenta il movimento – poiché l’azione svolta e rivendicata da CasaPound ITALIA non aveva nessuna deriva criminosa, ma era, come messo per iscritto sulla targhetta – che recita la frase “Per la Palestina e i suoi figli” – e nel comunicato, un’iniziativa per sensibilizzare rispetto alla catastrofica tragedia umanitaria che sta colpendo in questo momento il popolo palestinese. Rimaniamo comunque esterrefatti per come si è evoluta la situazione poiché l’abuso che abbiamo subito è stato semplicemente frutto di una speculazione: la semantica non è opinione. A meno che non si voglia affermare il principio che esprimere solidarietà nei confronti del popolo palestinese sia un atto da reprimere con l’accusa di odio razziale. Un bizzarro e pericolosissimo transfert ideologico”.

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