Il settore della pesca lagunare in Sardegna si è mobilitato oggi per chiedere interventi urgenti a tutela di un comparto “minacciato dalla mancanza di manutenzione, normative inadeguate e danni crescenti causati dalla fauna selvatica”.
A promuovere un presidio davanti al palazzo della regione in viale Trento a Cagliari sono state le principali organizzazioni del settore ittico in Sardegna: Agci Agrital Sardegna, rappresentata da Giovanni Angelo Loi, Legacoop Sardegna Settore Pesca e Acquacoltura coordinata da Mauro Steri, Confcooperative FedAgriPesca Sardegna Area Pesca e Associazione Armatori Sardegna, guidate da Renato Murgia.
Il comparto lagunare sardo è composto da 24 compendi ittici gestiti da 20 cooperative, per un totale di circa 10.000 ettari distribuiti su tutto il territorio regionale con aree chiave nell’Oristanese (5.600 ha), Cagliaritano (1.800 ha) e Sulcis (1.300 ha).
Questo sistema occupa direttamente circa 1.000 lavoratori e oggi il settore vive una crisi profonda a causa di numerose problematiche irrisolte tra le quali la “proliferazione di specie invasive (come il granchio blu e il giacinto d’acqua)” e gli eventi climatici estremi “che alterano gli equilibri ecologici. Gli interventi previsti dalla legge regionale del 2021, con uno stanziamento di 6 milioni di euro, non sono ancora stati avviati – dicono le associazioni e le cooperative – servono quindi risposte immediate: il via ai lavori di manutenzione, regole chiare per affrontare le criticità legate alla fauna selvatica, una revisione equa della gestione della pesca dell’anguilla e la creazione di un tavolo tecnico che coinvolga i pescatori nelle decisioni sul futuro del settore.
Uniti, per salvare le lagune e le imprese che ne dipendono”. Tutte le richiesta sono state inoltrate direttamente alla presidente della Regione Alessandra Todde che, fanno sapere i manifestanti, “si è impegnata ad aprire un tavolo tecnico specifico per il settore”.