I 15,9 milioni di euro stanziati dalla Regione per le prestazioni in favore di chi è affetto da disturbi dell’autismo sono del tutto insufficienti a garantire servizi adeguati, così come lo sono i fondi per la cura dei sofferenti mentali nel loro complesso.
Non solo: “si registra una totale mancanza di comunicazione fra Ares e assessorato della Sanità, il quale autorizza accreditamenti che poi non vengono convenzionati, se non in minima parte, con pesanti conseguenze su pazienti e famiglie.
I criteri di ripartizione, inoltre, sono del tutto irragionevoli in parti sostanziali”. Per questi motivi, la Fondazione Centro servizi alla persona di Villamar ha presentato ricorso al Tar contro Ares e, indirettamente, contro l’assessorato regionale della Sanità.
L’udienza di merito è già stata fissata per il 27 aprile 2024.
“Così è impossibile garantire il servizio, con liste d’attesa in tutta la Sardegna. Il problema della insufficienza delle risorse e della scarsa attenzione alla salute mentale non riguarda una giunta e una maggioranza, ma la Regione in quanto tale – dice il presidente della Fondazione, Pier Sandro Scano – Al di là del percorso legale, riteniamo necessario e produttivo investire della questione, che non riguarda un solo specifico Centro, ma le politiche sanitarie regionali per coloro che presentano disturbi dello spettro autistico, e più in generale per il comparto della salute mentale, gli organi istituzionali, le comunità locali con in testa i sindaci, le asl, gli operatori del settore e l’opinione pubblica, a partire dall’esteso numero di famiglie direttamente interessate”.
I tetti di spesa per il triennio 2021-2023 per ciascun macro-livello assistenziale sono stati determinati dalla giunta e, concluso il triennio di programmazione 2021-2023, si deve passare ora alla programmazione del triennio 2024-2026, con la determinazione dei nuovi tetti di spesa e al conseguente nuovo piano di acquisto delle prestazioni di salute mentale dalle strutture accreditate, come riporta l’agenzia di stampa Ansa.