Portovesme ferma linea zinco, sindacati sul piede di guerra

“Oggi la Glencore, contro tutti gli annunci e le rassicurazioni assunte al Ministero e negli incontri aziendali che ha dato nel corso del tempo, ha comunicato che fermerà la linea zinco lasciando solamente il Waelz trattamento dei fumi di acciaieria.

Si tratta di una decisione che stravolge completamente lo scenario industriale del nostro territorio e che compromette il rapporto di fiducia ventennale che si era creato con le organizzazioni sindacali con i lavoratori, le istituzioni e il territorio”.

Lo fanno sapere i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil, Francesco Bardi, Antonello Saba e Federico Matta e di categoria Emanuele Madeddu (Filctem), Vincenzo Lai Femca e Pierluigi Loi (Uiltec), in una nota nella quale, nel respingere “con forza” la decisione della multinazionale che gestisce la Portovesme srl nel Sulcis, sono pronti a mettere in campo nuove iniziative di lotta e chiedono un incontro con governo e Regione Sardegna.

La vertenza va avanti da tempo dopo lo stop alle linee piombo e zinco (in parte) e lo stop alla fonderia di San Gavino. Non si è per ora concretizzato il progetto di riutilizzo della black mass per rigenerare le batterie di auto elettriche. Così un mese fa i sindacati avevano ribadito alla Regione, sollecitando un tavolo a Roma, che gli impianti della Portovesme srl, nel Sulcis e nel Medio Campidano (San Gavino) devono restare in marcia sino al momento dello switch per le nuove produzioni. Oggi la nuova doccia fredda.

“Una decisione di questo tipo crea inoltre un serio problema all’intero settore produttivo, oltre ai diretti a quello degli appalti, perché apre le porte a una fortissima riduzione di personale – spiegano i sindacati – Considerato quanto emerso è chiaro che si rimetta tutto in discussione. Per questo motivo chiediamo una assunzione di responsabilità a tutti i soggetti coinvolti, compreso un intervento immediato del Governo e il sostegno della Regione”.

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