Stato di agitazione e, dopo le elezioni regionali del 25 febbraio, saranno programmate nuove azioni di protesta probabilmente non solo in Sardegna.
E’ quanto emerge dall’ultima assemblea dei lavoratori della Portovesme srl, dopo gli incontri di questa settimana, prima con il ministro delle imprese e del Mady in Italy Adolfo Urso e la sottosegretaria Fausta Bergamotto, in visita nel Sulcis, e del giorno successivo al Mimit.
“In entrambi gli incontri non sono emersi elementi risolutivi per quanto riguarda la vertenza della Portovesme srl – spiegano Cgil, Cisl e Uil – c’è la forte preoccupazione tra gli operai per il peggioramenti delle condizioni di lavoro, motivo per cui si è reso necessario, un ulteriore approfondimento con tutto il gruppo dirigente.
Politica e Governo trovino immediatamente le soluzioni affinché le produzioni di piombo e zinco possano riprendere da subito, elemento fondamentale per arrivare alla più volte annunciata riconversione. Riteniamo che la riconversione dello stabilimento possa avvenire attraverso l’occupazione e le produzioni stabili, unica possibilità per condividere nel dettaglio il piano industriale più volte annunciato e mai reso noto dalla Glencore (proprietaria dello stabilimento). La ripresa produttiva è l’unica via, ricordando che tutti gli ammortizzatori sociali sono oramai in scadenza e non saranno ulteriormente prorogabili generando un drammatico problema sociale – osservano le sigle – Allo stesso tempo si richiede un tavolo in sede aziendale affinché si verifichino tutte le condizioni presenti in stabilimento, dagli standard di sicurezza alla garanzia della occupabilità dei lavoratori operanti nelle aziende stanziali, per garantire, anche in questa difficile fase la massima rotazione possibile tra lavoratori”.