L’Italia è l’unico Paese europeo nel quale i salari reali sono diminuiti rispetto al 1990. Da allora, malgrado il succedersi dei Governi e il mutare delle maggioranze parlamentari, le politiche del lavoro hanno prodotto un peggioramento costante delle condizioni di vita di lavoratrici e lavoratori.
“Dal pacchetto Treu alla Legge 196 (c.d. Riforma Biagi), dalla Riforma Fornero al Jobs Act, tanto la destra, quanto il cosiddetto centro-sinistra (col decisivo sostegno dei sindacati confederali) hanno lavorato in perfetto accordo ad una produzione normativa segnata da un chiaro orientamento antipopolare e regressivo.
Data l’impossibilità di fare affidamento sulle forze attualmente presenti in Parlamento, Potere al Popolo e le altre forze che un anno fa hanno dato vita al progetto federativo di Unione Popolare hanno quindi deciso di promuovere un progetto di legge di iniziativa popolare (presentato in Cassazione il 19 maggio) volto a introdurre un minimo salariale nell’ordinamento italiano; esso impone un salario orario minimo di 10 euro lordi.
Nei prossimi sei mesi saremo tutte e tutti impegnatə, in ogni parte d’Italia, nella raccolta delle firme (ne serviranno almeno 50.000), per fare in modo che il Parlamento sia costretto a discutere tale proposta.
L’assemblea cagliaritana di Potere al Popolo ha pertanto organizzato due distinte iniziative, tanto per presentare la proposta di legge e discuterla con la cittadinanza, quanto per iniziare la raccolta delle firme necessarie: il primo si terrà a Cagliari, nella sede della Casa del Popolo Rosa Luxemburg, in via Argentiera 14, martedì 20 giugno alle ore 18:00; il secondo sarà ad Ales, presso la Biblioteca Casa Natale Antonio Gramsci, mercoledì 21 giugno alle 18:00.
Ad entrambe le iniziative sarà presente il portavoce nazionale di Potere al Popolo Giuliano Granato”, affermano in una nota i rappresentanti di Potere al Popolo.