Nei giorni scorsi si è svolto nella sala “barberia” del Senato della Repubblica l’incontro con il senatore Orfeo Mazzella (M5S), per discutere della situazione di precariato permanente in Poste Italiane, un fenomeno di sfruttamento della forza lavoro giovanile che dura, in pratica, da 30 anni e che coincide con il procedimento di privatizzazione dell’azienda ex pubblica.
Tale procedimento, iniziato nel 1994, con la fine dell’amministrazione dello Stato e la modifica in ente pubblico economico, successivamente consolidato in senso affaristico con la trasformazione in Società per azioni, nel 1998, è, infine, sfociato nella vendita in Borsa del 35% della proprietà azionaria, nel 2015, ad opera del governo Renzi, con pesanti risvolti dannosi per i lavoratori, per l’utenza del servizio postale e per l’economia nazionale. Alla riunione hanno partecipato, con il senatore Mazzella, i rappresentanti dei precari, del Movimento Lottiamo Insieme, e il rappresentante sindacale di SLG-CUB Poste. Durante l’incontro sono stati discussi gli aspetti posti alla base dello sfruttamento del precariato in Poste Italiane, per la ricerca di una soluzione che possa tutelare sia i lavoratori, per il diritto a un lavoro serio e stabile, e sia gli utenti, nel loro diritto a ricevere un servizio pubblico, dignitoso e funzionale.
“Tutti i giovani spremuti e abbandonati, da questo sistema di sfruttamento del precariato, per coprire la mancanza di personale e produrre gli utili, da cui si ricavano i “dividendi” (cioè, i soldi per i soci possessori delle azioni di Poste Italiane), dovrebbero prendere coscienza e posizione, senza indugi, per denunciare questa situazione ingiusta e sostenere un cambio di politica del lavoro, sia da parte aziendale e sia da parte dei sindacati, del governo e del parlamento. Nessuno potrà garantire come finirà una lotta, ma di certo senza fare niente non succede niente. Quello che è importante è ricreare la mentalità sociale del rispetto per chi lavora, qualunque lavoro si faccia, per non restare sottomessi ai giochi di chi specula sulla vita altrui”, affermano i promotori dell’incontro.