Premio Dessì, menzione speciale al libro di Giulia Giornaliste

Sedici storie di donne raccolte da altrettante giornaliste durante il lockdown.

Un ventaglio di toccanti testimonianze di professioniste in vari ambiti, per mettere in luce accanto alle ansie e disagi la forza e la creatività nel trovare soluzioni innovative. “Un giorno all’improvviso: I racconti delle donne al tempo del Covid”, curato da Giulia Giornaliste Sardegna, ha ricevuto una menzione speciale da parte della Fondazione Giuseppe Dessì presieduta da Debora Aru, in occasione della 38/a edizione del Premio letterario intitolato all’autore di Paese d’ombre.

La consegna del riconoscimento avverrà sabato 25 novembre alle 18 a Villacidro, presso la palestra di via Stazione: è la serata di proclamazione dei vincitori del concorso letterario per le sezioni narrativa e poesia e sarà condotta da Neri Marcoré. diretta streaming attraverso la pagina facebook del premio Dessì.

“Le protagoniste di queste storie hanno mostrato il valore della solidarietà e della resilienza, tessendo legami nella comunità per affrontare insieme le difficoltà imposte dal Covid-19 – si legge nella motivazione della menzione speciale – E’ un riconoscimento non solo per il libro ma anche per tutte le donne che vi hanno contribuito, un modo di celebrare la forza e la determinazione di fronte alle avversità”.

Spicca tra le pagine, la sensibilità d’artista della compianta fotografa Daniela Zedda. “La menzione è anche un omaggio alla sua memoria – scrive la Fondazione – e un tributo a tutte le vite e le storie che hanno lasciato un’impronta indelebile durante questo periodo storico così complesso. ‘Un giorno all’improvviso’ non è solo un libro, ma un tassello fondamentale nella narrazione di un periodo straordinario e poco indagato della nostra storia recente”.

“La menzione, accolta con gratitudine, assume una valenza ancora più ‘speciale’ perchè – spiega Susi Ronchi, coordinatrice di Giulia Giornaliste Sardegna – riconosce l’impegno e il lavoro delle donne e arriva in un momento in cui la società deve dare visibilità alle loro competenze ed eccellenze, per superare quella relazione ancora sperequativa tra i generi, alla radice della violenza sulle donne”.

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