Prosa: “Che fine ha fatto Ulisse?” giovedì 28 dicembre apre la Stagione di Carbonia

Variazioni sul mito con “Che fine ha fatto Ulisse?”, il nuovo spettacolo scritto, diretto ed interpretato da Andrea Tedde (produzione Batanea Teatro) in cartellone – in prima nazionale – giovedì 28 dicembre alle 20.15 al Teatro Centrale di Carbonia, dove inaugura la Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa e Danza organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con la direzione artistica di Valeria Ciabattoni e con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e del Comune di Carbonia ed il contributo della Fondazione di Sardegna. Dopo il debutto nella città mineraria, la pièce approda nel Marghine sabato 16 marzo alle 21 al Teatro Costantino di Macomer sotto le insegne della Stagione 2023-2024 de La Grande Prosa, Musica e Danza firmata CeDAC Sardegna.

“Che fine ha fatto Ulisse?” è una divertente commedia ispirata alla figura dell’eroe greco, grande condottiero ed abile stratega, tra i vincitori della guerra di Troia, il quale, dopo il lungo e periglioso viaggio di ritorno in patria, non riesce ad adattarsi alla tranquilla routine del tempo di pace e alla serenità della vita domestica, accanto alla moglie Penelope ed al figlio Telemaco. Il suo spirito irrequieto, temprato da mille battaglie e dagli imprevisti e dagli ostacoli incontrati sulla rotta verso Itaca, in una traversata del Mediterraneo protrattasi per ben dieci anni, lo spinge verso nuove avventure: il saggio e nobile sovrano, che ha sperimentato la nostalgia dell’esule durante la lunga campagna militare e l’interminabile tragitto, tra incontri con dee e ninfe, creature mostruose e genti sconosciute, lottando con venti avversi e terribili tempeste, per arrivare alla sua isola, liberata la reggia dagli infidi Proci e riconquistato il trono, non è capace di abituarsi a quella nuova felicità. Insomma, si annoia.

E se durante gli anni di lontananza avvertiva acuto il rimpianto dei paesaggi della giovinezza ed il desiderio di rivedere le persone care, nella rinnovata convivenza con la sposa e il figlio, che aveva lasciato bambino per ritrovarlo ormai adulto, pur nella sopraggiunta maturità non ritrova lo slancio e la passione degli inizi, riconosce i segni del tempo ma soprattutto, ormai avvezzo alle fatiche e ai rischi della guerra in quel clima disteso e in quel succedersi di giorni apparentemente quasi uguali, si sente prigioniero come un marinaio durante la bonaccia. Un eroe famoso per le sue imprese tra cui lo stratagemma del cavallo che causò la caduta di Troia dopo due lustri d’assedio, difficilmente si adegua alla banalità di una quotidianità scandita dai riti conviviali e dai doveri della politica, senza nemici da sconfiggere né eserciti da condurre alla vittoria. Il racconto epico dei trionfi e delle sconfitte, della ferocia dei combattimenti e dei duelli fino alla conquista ottenuta con l’inganno dopo la strenua resistenza dei guerrieri di Priamo e la distruzione della potente città dell’Asia Minore, così come del viaggio di ritorno, con i naufragi e le soste più o meno obbligate sull’isola di Ogigia, presso Calipso e ad Eea, presso la maga Circe, gli sbarchi nel paese dei Lotofagi e nella terra dei Ciclopi, la discesa nell’Ade e il canto ammaliante delle Sirene, poi l’incontro con la principessa Nausicaa e la generosa ospitalità del re dei Feaci, non appaga il suo animo, anzi risveglia in lui la sete di conoscenza e d’avventure.

Sotto i riflettori Andrea Tedde, classe 1971, affermato attore e regista, che firma drammaturgia e regia della pièce e immagina nuove e inedite peripezie per il “suo” Ulisse, sulla falsariga degli antichi poemi, ma anche della “Divina Commedia” di Dante Alighieri, che nel Canto XXVI dell’“Inferno” descrive l’ultimo viaggio dell’eroe, incapace di rassegnarsi a una tranquilla vecchiaia su Itaca – e infatti, come egli stesso narra, «né dolcezza di figlio, né la pieta / del vecchio padre, né ’l debito amore / lo qual dovea Penelopé far lieta, / vincer potero dentro a me l’ardore / ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto, / e de li vizi umani e del valore», e così imbarcatosi su una nave con pochi e fidi compagni, rincuorandoli con la celebre esortazione «considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e canoscenza», di nuovo affronta il mare e volge la prua verso l’ignoto –. Sul palco appaiono anche le affascinanti Sirene, interpretate da Noemi Mei, Francesca Lenzu e Maria Teresa Melis, mentre la voce (fuori campo) di Penelope è quella di Alessandra Marongiu: “Che fine ha fatto Ulisse?”, con i costumi di Maria Tina Ibba, le musiche originali de I Perfetti Sconosciuti, service a cura di Music Factory, organizzatore generale Matteo Tedde (produzione Batanea Teatro) rappresenta una moderna rilettura del mito, in cui alcuni degli episodi più significativi dell’“Iliade” e specialmente dell’“Odissea” vengono raccontati con sensibilità contemporanea.

«L’idea della commedia è nata quasi per caso, davanti a una raffigurazione di Ulisse: un ritratto dell’eroe di tante avventure straordinarie, che mi ha fatto venire in mente la possibilità di mettere in scena questo personaggio, attualizzandolo e ironizzandoci su» – rivela Andrea Tedde, artista conosciuto e apprezzato anche oltre Tirreno, dove ha iniziato la sua carriera teatrale e cinematografica, per poi ritornare (anche lui) sulla sua Isola –. «“Che fine ha fatto Ulisse?” è una commedia, con anche dei risvolti drammatici, o meglio “realistici”, perché profondamente umani: è la storia di un uomo, che potrebbe vivere anche in questo periodo, che rientra a casa dall’amata moglie e dal figlio, e ritrova anche il suo cane… Ma la moglie è invecchiata, e lui stesso è invecchiato, anche se si sente ancora giovane, e non si rassegna a fare una vita da pensionato, così decide di ripartire con i suoi amici… per affrontare nuove avventure… fino al colpo di scena finale».

Un Ulisse particolarmente “sincero”: «il protagonista racconta la verità, o meglio la “mia” versione dei fatti e fa luce su alcuni episodi famosi, come l’incontro con le Sirene e con Polifemo…». Andrea Tedde non dimentica le sue radici, da autentico enfant du pays: attore professionista con all’attivo decine di spettacoli come interprete, svariate regie teatrali e la partecipazione a films importanti, come i recenti “L’ombra di Caravaggio” di Michele Placido con Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabelle Huppert e Micaela Ramazzotti e “Goffredo e l’Italia chiamò” di Angelo Antonucci, con Stefania Sandrelli, Maria Grazia Cucinotta e Vincent Riotta, sceglie infatti Carbonia, la sua città, per la prima della nuova commedia. «Debutto a casa mia, dove c’è un pubblico molto attento e molto critico» – sottolinea l’artista – «se va bene qua, significa che lo spettacolo funziona e posso proporlo negli altri teatri, in giro per l’Italia». La sua carriera d’attore è cominciata presto, sulla spinta del talento e di una forte vocazione: «ero ancora un ragazzo, mi piaceva fare le imitazioni e avevo questa tendenza a stare al centro della scena, quando all’età di diciassette anni andai a Roma per frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica di Pietro Sharoff; lì ho incontrato Franco Franchi (proprio lui, quello della coppia di Franco e Ciccio) e subito dopo ho conosciuto Franca Valeri. Dopo la scuola ho cominciato a fare fotoromanzi, ho lavorato come comparsa per il cinema con Giuseppe Tornatore e Gigi Magni; poi il ruolo di un ex tossicodipendente in una serie tv della Rai, “Non siamo soli” con la regia di Paolo Poeti, fino ad arrivare a “L’isola di Pietro 2” nel 2018; e soprattutto ho fatto molto teatro, prima a Roma, poi in Sardegna, dove ho avuto modo di collaborare con diverse compagnie e con registi come Marco Gagliardo e Marco Parodi». Al cinema, ha interpretato anche “Vangelo secondo Maria” di Paolo Zucca. Fondamentali gli incontri oltre la scena: «ho avuto la fortuna di conoscere artisti come Marcello Mastroianni e Nino Manfredi: una chiacchierata con loro è stata interessante, e istruttiva, una vera lezione d’arte e di vita». Progetti futuri? «Preferirei evitare di parlarne, per scaramanzia» – dice Andrea Tedde, che ha appena terminato le riprese di un film – «posso dire che farò ancora del cinema, ma anche televisione e sicuramente teatro».

E adesso non resta che da scoprire “Che fine ha fatto Ulisse?”… con la commedia originale, pensata per far sorridere e riflettere, dove il mito si intreccia con la contemporaneità.

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