Nuovo fine settimana di mobilitazione per il Comitato Nazionale “Fermare la Guerra” che sta lanciando insieme a decine di altre realtà in tutta Italia la raccolta di firme per il referendum abrogativo contro l’invio di armi in Ucraina.
Nei giorni scorsi Gianni Alemanno, portavoce nazionale del Comitato Fermare la Guerra, ha rilasciato un’ intervista a QuotidianoWeb sulla situazione della guerra in Ucraina e sul posizionamento del Governo Meloni.
“… Non dobbiamo giustificare l’invasione di Mosca, ma d’altro canto, non bisogna dimenticare che prima di questo atto di Putin ci sono stati otto anni di provocazioni da parte della NATO. E tutt’ora non c’è alcuna volontà da parte degli Stati Uniti di porre fine a questa guerra”, afferma Alemanno nell’intervista.
“Quando è esploso il conflitto, nel febbraio 2022, la prima cosa che ho fatto con la Fondazione di Alleanza Nazionale è stata quella di andare in Polonia per portare in Italia cinquanta profughi ucraini. La mia prima reazione è stata quindi quella della solidarietà verso un popolo sotto attacco. Ma quando ho visto che i messaggi mediatici alimentavano una propaganda a senso unico, ho organizzato un convegno (al quale hanno partecipato tra gli altri lo storico Franco Cardini, il generale Marco Bertolini, il giurista Luciano Barra Caracciolo e il giornalista Francesco Borgonovo). Ci siamo trovati su posizioni simili riguardo all’interpretazione del conflitto”, prosegue il portavoce del Comitato Fermare la Guerra.
C’è tempo fino al 22 luglio per raccogliere le 500mila firme necessarie a sottoporre alla Corte di Cassazione due referendum, promossi nella campagna “Italia per la pace”, che chiedono lo stop di invio di armi dall’Italia all’Ucraina, in modo da consentire al nostro Governo di lavorare per un cessate il fuoco e l’inizio di trattative di pace.