In Sardegna vive un vibrante mondo musicale indipendente. Artisti talentuosi da tutta l’isola si dedicano alla creazione di opere originali, ma spesso si trovano a lottare per trovare un pubblico che oggi è sempre più proiettato verso eventi che magnificano il mainstream. La radio, tradizionalmente è sempre stata una voce potente per la musica emergente, ma oggi sembra aver voltato le spalle agli artisti indipendenti.
In passato, le stazioni radiofoniche erano il terreno fertile per le nuove voci musicali e per i nuovi movimenti culturali. In Sardegna negli anni ’80 le radio libere erano diffuse in tantissimi paesi, anche i più piccoli.
La prima stazione radio libera in Sardegna fu Radio Sardegna, fondata nel 1934. Questa stazione fu una delle prime emittenti radiofoniche dell’isola e giocò un ruolo significativo nello sviluppo della radio in Sardegna. Pensate che iniziò le sue trasmissioni in una grotta di Bortigali scavata nella trachite. Nel corso degli anni, molte altre stazioni radio locali sono emerse nell’isola, contribuendo a creare una variegata scena radiofonica regionale.
Oggi, il panorama radiofonico è cambiato radicalmente. Sempre più spesso, le frequenze radio sono dominate da produzioni musicali mainstream, lasciando poco o nessuno spazio per i talenti emergenti e per le realtà storiche che producono musica di qualità. Questo cambiamento è in parte dovuto all’avvento della “radio di flusso” o “streaming radio”, dove le playlist sono create per soddisfare i gusti dell’ascoltatore medio.
Sin da quando ero un ragazzino che approcciava alla musica nelle strade della cittadina di Iglesias, ho sempre trovato nelle Radio locali un fascino unico e una ispirazione. Ricordo, con non poca nostalgia, le mie incursioni a Radio Iglesias, Radio Arcobaleno e la piccola Radio Castello (che non esiste più da tanto tempo). Lo studio con i giradischi Lenco, i microfoni, la regia e gli scaffali colmi di dischi in vinile. C’erano i dj e i conduttori dei programmi che mi hanno fatto conoscere questo mondo di musica che viaggiava nell’aria e che entrava in tutte le case, in tutti gli uffici e nei negozi.
Certo, anche allora la musica “famosa” era la più gettonata, ma è pur vero che era proprio la Radio a lanciare le novità in campo musicale. Oggi invece la radio fa sempre più da megafono ai talent show, ai social influencers e alle produzioni commerciali che spingono il tormentone di turno. La radio di flusso, inoltre, ha ridotto anche lo spazio per i programmi più strutturati dove djs e speakers erano protagonisti.
In questi tempi gli artisti e le artiste indipendenti sardi trovano difficile farsi strada attraverso questa nuova realtà radiofonica. Nonostante alcune stazioni radio offrano sporadicamente uno spazio, è spesso troppo limitato e poco visibile. Questi musicisti dedicano tempo ed energia alla creazione di opere autentiche e di qualità, ma si ritrovano in un’arena dominata dalle produzioni commerciali spinte da majors e da distribuzioni che puntano a fare click e numeri.
La radio è stata storicamente un mezzo di espressione e cambiamento sociale. Credo che sia un mezzo, ancor oggi, che può unire comunità e far emergere nuove idee. In un momento in cui la globalizzazione minaccia di omologare la diversità culturale, le radio indipendenti potrebbero essere la chiave per preservare e promuovere l’arte locale.
È arrivato il momento di considerare la creazione di nuovi spazi radiofonici dedicati agli artisti indipendenti in Sardegna. Ed è pur vero che gli stessi Artisti e Artiste dovrebbero iniziare a pensare ad azioni volte a sensibilizzare tutte le Radio Sarde.
Questi spazi potrebbero dare voce all’arte locale, promuovendo la diversità e l’originalità. Gli artisti e artiste emergenti devono essere incoraggiati e sostenuti, e una maggiore visibilità radiofonica potrebbe essere la svolta che attendono.
Mi sento quindi di lanciare un appello (e non è la prima volta che lo faccio) a tutte le radio sarde affinché riconoscano davvero il valore della musica originale “made in Sardinia”. Chiediamo loro di aprire le porte ai talenti locali, di dare spazio alla creatività e alla diversità che definiscono la scena musicale sarda. Con il loro supporto, gli artisti indipendenti potranno fiorire e contribuire alla ricchezza culturale dell’isola e magari a portare a conoscenza del pubblico nuove sonorità e nuovi progetti interessanti. Artisti locali residenti e Radio libere possono e devono essere alleati e questo discorso vale anche per i giornali o blog sardi che a volte non passano nelle loro pagine neanche una recensione.
La nostra isola è un luogo ricco di talenti musicali, nuovi e storici, che meritano di essere ascoltati. È ora di rompere le barriere e di aprire le porte a una nuova ondata di creatività. Le stazioni radiofoniche indipendenti sarde hanno l’opportunità di svolgere un ruolo cruciale per costruire il futuro della musica locale. La musica è l’anima di una cultura, e dare voce agli artisti e alle artiste è una testimonianza anche dell’amore per la nostra terra.
Di Alisandru “ Quilo Sa Razza “