Radio Rai guarda ai giovani e lancia il progetto visual

Una radio sempre più crossmediale, che strizza l’occhio ai giovani e va avanti sul progetto visual, che dovrebbe debuttare il prossimo anno in occasione delle celebrazioni per i cento anni dalla nascita della radiofonia in Italia.

È l’offerta di Radio Rai per la stagione che si apre presentata a via Asiago, quartier generale della produzione audio della tv pubblica.

“Audio non è più solo parole e musica – ha esordito la presidente Rai, Marinella Soldi -. Vogliamo offrire un palinsesto sempre più ricco, inclusivo e sostenibile”. Frasi condivise dall’Ad Roberto Sergio, che ha sottolineato “l’opera di digitalizzazione intrapresa e lo sviluppo di nuovi modelli produttivi per confermare la ritrovata leadership di Rai Radio nel mercato”. L’anno prossimo – come si poteva sperimentare in un corner allestito a Via Asiago – si potrà assistere da casa a un concerto o a una trasmissione, muovendosi nello studio a 360 gradi con un visore, un cellulare o un mouse. “Da un lato c’è una ricerca continua sulla qualità del suono – ha spiegato Flavio Mucciante, vicedirettore responsabile del Centro di via Asiago -, dall’altro si vuole coinvolgere sempre di più lo spettatore/ascoltatore, creando nuove possibilità di interazione con i conduttori e con gli eventi live”. La programmazione di Radio1, in particolare, ha fatto discutere per la presenza in palinsesto di Marcello Foa, Roberto Poletti e di altri conduttori considerati graditi alla maggioranza. Sergio, ma anche il direttore della rete, Francesco Pionati, hanno rispedito al mittente le critiche, parlando di una programmazione pluralista. “Abbiamo una composizione di palinsesto bilanciata – ha detto quest’ultimo -. Io ho basato tutto il mio impegno professionale nel gr e radiofonia nel rispetto del pluralismo. Quindi questo stesso modello l’ho applicato sul palinsesto”. La novità dell’ultim’ora di Radio1 è “Il Rosso e il Nero”, al via il 25 settembre, con un confronto condotto da Francesco Storace e Vladimir Luxuria, ingaggiata dopo il rifiuto di Luisella Costamagna per “incompatibilità” – come spiegato da Pionati – con il co-conduttore. Molte nuove voci: oltre a Foa e Poletti, Monica Setta, Umberto Broccoli, Mariella Venditti e Igor Righetti. Poi ancora nuovi spazi dedicati alla famiglia, ai social, al Pnrr, alle giovani generazioni e ai 100 anni della radio. I programmi dureranno al massimo mezz’ora, per dare spazio a tutte le voci e ai diversi generi. Tante conferme su Radio2, come spiegato dalla direttrice, Simona Sala, ma anche diverse novità. Tra queste Adriano Panatta in tandem con Paola Perego la domenica dalle 18 nel programma “Touchè”. Ci saranno serate a tema, come quella con i Pooh in memoria di Stefano D’Orazio. Poi ancora un evento contro la violenza sulle donne e uno di sensibilizzazione sul tema dei morti sul lavoro. Centrale l’impegno visual della rete, a partire da programmi come “Radio2 Social Club” con Luca Barbarossa ed Andrea Perroni, “I lunatici” e “Happy family”. Su Radio 3 tanti programmi per gli amanti del mondo della musica, del cinema e dei libri, come una particolare e rinnovata attenzione ai giovani. “Radio3 è la radio più ascoltata sulla piattaforma e questo conferma che ci sono tantissimi giovani che la cercano”, ha spiegato il direttore Andrea Montanari, sottolineando che non è affatto vero che i libri, il teatro, la musica classica raccolgono solo l’interesse dei più anziani.
Arriveranno elementi di innovazione come podcast e nuovi linguaggi, oltre a conferme come quella di Radio 3 Mondo e Radio 3 Scienza. Grande evento per l’anniversario dei 100 anni dalla nascita di Italo Calvino. Da definire, infine, format e location per il nuovo programma di Fiorello, che lascerà comunque via Asiago dopo le proteste dei residenti. “Mi hanno visto qui a via Asiago e non è stato facile entrare – ha scherzato lo showman ricevendo il Premio RaiRadio 2023 -. Come sapete, ho il Daspo e non posso entrare facilmente. Ora qui a via Asiago si apriranno due centri: uno di meditazione e uno di yoga”. Fiorello ha voluto dedicare il riconoscimento “ai nostri coinquilini che ci hanno sopportato: auguro loro silenzio e pace, non dico per l’eternità…”.

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