Nata a Tunisi, da padre siciliano e madre toscana, il suo vero nome era Salvatrice Elena Greco, ma tutti l’hanno conosciuta come Sandra Milo. Attrice amatissima e popolarissima del nostro cinema, musa di Federico Fellini, che coniò per lei il soprannome di “Sandrocchia”, protagonista per molti anni anche dell’intrattenimento televisivo, si è spenta lunedì 29 gennaio, all’età di novant’anni.
La Direzione Cinema e Serie Tv della Rai le rende omaggio con una fitta programmazione che parte nel pomeriggio di oggi su Rai 3, alle 15.25, con “Frenesia dell’estate”, commedia del 1964 di Luigi Zampa dove l’attrice è il personaggio femminile principale, a fianco di Vittorio Gassmann e Amedeo Nazzari. Alle 19.00, su Rai 2, andrà in onda “Free – Liberi”, del 2020, di Fabrizio Maria Cortese, uno degli ultimi lavori di cui la Milo è stata protagonista. Alle 21.10, su Rai Movie, “Il generale Della Rovere”, di Roberto Rossellini, Leone d’oro a Venezia nel ’59 e alle 23.35, sulla stessa rete, “Salvatrice – Sandra Milo si racconta”, un documentario del 2019 in cui Giorgia Würth traccia un ritratto dell’attrice tramite una lunga intervista e tanti momenti, fra attualità e memoria. Per concludere la giornata di ricordo, Rai 2 trasmetterà all’1.00 “Grog”, del 1982, di Francesco Laudadio, che con questo film vinceva nel 1983 il David di Donatello per l’esordio alla regia.
Amatissima da Fellini, che nel 1963 la volle fra l’altro nel suo “8 e ½”, e due anni dopo in “Giulietta degli spiriti”, Sandra Milo ha attraversato più di una stagione del cinema italiano: sono oltre cinquanta i film che l’hanno vista tra gli interpreti, in un raggio che comprende tutti i generi, dalla commedia popolare a pellicole di forte impegno artistico. Oltre a Fellini, Sandra Milo lavorò molto con Antonio Pietrangeli, al quale deve il suo esordio sul grande schermo nel 1956 con “Lo scapolo”, e che poi la volle in altri film tra cui “La visita”, del ’63, che per l’attrice costituisce forse il suo ruolo più completo e profondo.
E poi Rossellini, Zampa, Risi, Avati, Salvatores, tanti autori del nostro cinema che si sono giovati, negli anni, dei suoi tratti e modi inconfondibili. Molto amata anche in Francia, dove fu chiamata da registi del calibro di Sautet, Molinaro, Boyer, fra gli anni Ottanta e Novanta la Milo si dedicò con successo alla conduzione televisiva, dando corpo a programmi di grande richiamo popolare, come “Piccoli Fans” o “L’amore è una cosa meravigliosa”, entrambi per Rai 2.