Una morte prematura e un vuoto incolmabile ha lasciato Randy Rhoads. Era il 19 marzo 1982, in pieno svolgimento il tour ‘The Diary Of A Madman’.
Terminato un concerto la band si diresse verso Orlando, città della Florida, per prendere parte al “Rock Super Bowl XIV” insieme ad artisti come Foreigner, Bryan Adams e UFO. Lungo la strada il gruppo passò vicino alla casa dell’autista del loro bus, Andrew C. Aycock, che viveva a Leesburg, Florida, presso il “Flying Baron Estates”, un complesso abitativo composto da tre case con un hangar per aeroplani ed una pista d’atterraggio.
Il veicolo arrivò sul posto attorno alle 8:00 di mattina del 19 marzo 1982, parcheggiando ad un centinaio di metri dalla pista di atterraggio e a circa venti metri dall’abitazione. Sull’autobus viaggiavano Ozzy, la moglie Sharon, Rudy Sarzo, Tommy Aldridge, Don Airey, Wanda Aycock, Andrew Aycock, Rachel Youngblood, Randy Rhoads ed il manager della band.
All’arrivo nella proprietà, alcuni passeggeri rimasero a dormire all’interno del mezzo, mentre altri uscirono a prendere un po’ d’aria dopo il lungo viaggio.
All’interno di uno degli hangar della struttura, era parcheggiato un aeroplano, un “Beechcraft Bonanza F-35” del 1955 bianco e rosso, di proprietà di un certo Mike Partin. L’autista Andrew Aycock, essendo provvisto di un brevetto di pilota, decise di fare un giro sul velivolo senza permesso alcuno, ed invitò a volar con lui il tastierista Don Airey ed il manager del gruppo. I tre viaggiarono per qualche minuto a bassa quota attorno alla zona. Atterrato sulla pista, attorno alle 9:00 di mattina Aycock imbarcò sul mezzo la parrucchiera Rachel Youngblood e Randy Rhoads.
Questa volta Aycock decise di esibirsi in un pericoloso “stunt”, girando attorno al bus della band e sfiorandolo per tre volte, nel tentativo di svegliare coloro che dormivano al suo interno con il rombo del motore. Al quarto passaggio, l’ala sinistra dell’aereo toccò il bus parcheggiato.
L’aeroplano oltrepassò l’autobus, colpendo un albero di pino prima di schiantarsi sul garage della casa di Calhoun. L’edificio prese fuoco immediatamente e Randy Rhoads morì nell’impatto insieme agli altri due passeggeri, Aycock e Youngblood, che avevano rispettivamente 36 e 58 anni.
Due dischi con i Quiet Riot, una fantasia realizzata, la mitologica Flyng V nera a pois bianchi, poi la rincorsa a sognare con Osbourne, fresco di separazione dai Black Sabbath. Una realtà il successo con ‘Blizzard Of Ozz’, la sua Jackson bianca che diventa una freccia, e il fulmineo ‘Diary Of A Madman’. Randy aveva tenacia per lo studio dello strumento al quale univa passione per la classica e il jazz, un talento incredibile, lo stile unico che ha ispirato intere generazioni. Seppur fugace la sua carriera, ha lasciato capolavori che lo hanno reso una leggenda immortale: ‘Revelation Mother Earth’, ‘Diary Of A Madman’, ‘Goodbye To Romance’, ‘Mr. Crowley’, ‘Crazy Train’.