Il 2 luglio, presso il parco di Sant’Agostino ad Abbasanta, dalle ore 10.30, si terrà un’assemblea pubblica di Sardegna chiama Sardegna, movimento nato in seguito all’assemblea di presentazione del 6 novembre che ha raccolto un migliaio di adesioni, soprattutto tra le giovani generazioni. L’assemblea, aperta a tutti, sarà il culmine di un processo partecipativo durato mesi: 26 incontri tematici, 13 tavoli territoriali, 5 assemblee plenarie, 3 seminari di approfondimento.
«Il 2 luglio presenteremo cinque proposte per la Sardegna. Proposte forti, concrete e misurabili, costruite e pensate sulle vere urgenze della maggioranza dei sardi e delle sarde. Attuabili nei prossimi cinque anni di governo regionale, nascono per rispondere alle questioni del lavoro e del modello di sviluppo, del diritto alla salute e all’abitare, della transizione energetica ed ecologica, della partecipazione e delle riforme istituzionali, della conoscenza, della lingua e dell’innovazione.
Le proposte verranno successivamente diffuse e discusse attraverso incontri nei territori di tutta la Sardegna per alimentare il confronto democratico e dare a chiunque l’opportunità di costruire, in sinergia con noi, una vera alternativa per il governo dell’Isola. Non ci interessano gli appelli all’unità senza visione, le ammucchiate elettorali al solo scopo di “battere le destre” purchessia. Non ci faremo cooptare per qualche poltrona. Sulla base delle cinque proposte, vogliamo avviare un dialogo serio e trasparente con tutte le forze politiche che si sono opposte, dentro e fuori dal Consiglio Regionale, alla maggioranza attuale, al fine di verificare la possibilità di una reale convergenza di scopo.
In questi mesi abbiamo raccolto la voce di una grande parte dell’Isola che si sente dimenticata, che non va a votare o che cerca un’alternativa seria e credibile al malgoverno attuale. Abbiamo raccolto la voce di quanti non si sentono rappresentati dai gruppi politici che tengono in pugno la nostra terra da troppo tempo, di quanti non possono e non vogliono più stare a guardare. Abbiamo raccolto adesioni, appoggio, incoraggiamenti ad andare avanti. Ed oggi, assieme a molti altri, vogliamo opporre al collasso che minaccia tutti noi un’idea di Sardegna che vuole essere coinvolta democraticamente, che vuole autodeterminarsi e generare opportunità per tutti.
La Sardegna ha bisogno di leggi, di investimenti strategici, di darsi una prospettiva che possa affrancarla finalmente dalla subalternità politica ed economica. Non si può più attendere. Servono generosità e tenacia, da parte nostra e di tutti i sardi: bisogna portare nelle istituzioni la voce di chi vuole la nostra Isola sempre più autodeterminata.
Vogliamo una Sardegna che investe nei giovani e nella loro istruzione, in un nuovo modello di sviluppo, che sia giusto socialmente ed ecologicamente sostenibile, che generi ricchezza per chi vive questa terra. Crediamo nella valorizzazione delle sue lingue e della sua storia, nel suo poter essere protagonista politico ed economico in ambito europeo e mediterraneo. La sfida elettorale sarà solo uno dei terreni di azione di ScS. Nei prossimi mesi gireremo l’Isola per parlare delle nostre proposte e ascoltare ancora i territori, come già fatto. Sentiamo l’esigenza di confrontarci ancora con amministrazioni locali, associazioni, sindacati, imprenditori, attori di ogni campo della vita civile. Vogliamo costruire un rapporto sempre più profondo e radicato con gli abitanti delle molte realtà della nostra Isola.
La Sardegna ha un grande futuro. Spetta a noi impegnarci per crearlo.», scrivono gli organizzatori.
Programma della giornata:
10:30: registrazione arrivi, raduno partecipanti
a seguire: presentazione del percorso e delle cinque proposte di Sardegna chiama Sardegna
13:30 -14:45: pausa pranzo
15:00 – 17:30: tavoli di lavoro per temi
17:30 – 18:30: restituzione dei tavoli di lavoro