Se non proprio un passo indietro, un passo di lato. L’assemblea dei 160 delegati del Pd mette da parte del primarie per tenere unita la coalizione. Via libera all’unanimità, con un voto in presenza a Tramatza e a distanza sul web, al documento che fissa i criteri per la scelta del candidato governatore alle regionali del 2024 e di fatto pietra tombale sulle consultazioni dal basso.
Passa dunque la linea del segretario regionale Piero Comandini che punta a compattare le 18 forze che compongono attualmente il tavolo del centrosinistra allargato al Movimento Cinquestelle e ai partiti indipendentisti.
Il prossimo passaggio è la riunione della direzione regionale dem che servirà per individuare quei nomi che all’interno del partito democratico possano essere proposti agli alleati nella rosa dei possibili candidati alla presidenza della Regione. Altrettanto faranno gli altri partiti del tavolo che verrà riconvocato successivamente a questo percorso che, necessariamente, dovrà essere breve.
“Anche se abbiamo le primarie nel nostro Dna, non è il momento delle casacche – ha detto il segretario dem Piero Comandini – il Pd ha perso sfide elettorali per non essere riuscito a tenere unita la coalizione. Ora se vogliamo vincere non possiamo permetterci di non tenere unito il tavolo”. E se questo vuol dire fare un passo indietro sulle primarie e magari anche su esprimere il nome del candidato, allora i democratici si metteranno al servizio dell’alleanza con le altre 17 forze che la compongono, questo sembra il senso delle parole del segretario.
Nel frattempo il centrosinistra registra l’endorsement del partito Fortza Paris: “preso atto della mancanza e inadeguatezza di risposte alle esigenze dei sardi da parte dell’attuale maggioranza che governa la Sardegna, il coordinamento di Fortza Paris ha deciso di intraprendere un percorso con forze del centrosinistra, civiche ed autonomiste per trovare le urgenti soluzioni ai gravi problemi che attanagliano la nostra terra.
Fortza Paris auspica che la scelta di chi dovrà guidare la rinascita della nostra isola, sia coerente con lo spirito autonomista-federalista e sia di garanzia per tutti i partiti che compongono la coalizione, per l’intera durata della legislatura. Sardi che decidono in Sardegna”.