I Progressisti domani non si presenteranno all’appuntamento con il tavolo della coalizione di campo largo che dovrebbe procedere all’investitura di Alessandra Todde (Mrs) come candidata alla presidenza della Regione.
È il risultato della riunione del coordinamento del partito: oltre due ore di confronto nella sede cagliaritana di piazza Galilei e in collegamento online.
Lo ha detto chiaro il capogruppo in Consiglio regionale Francesco Agus ai giornalisti al termine dell’incontro: “Non parteciperemo”.
Non sono altrettanto chiare le mosse successive. “Esprimiamo una preoccupazione: rispetto al 7 luglio, giorno in cui formalmente è iniziato il percorso verso le elezioni, il nostro campo si è ristretto – spiega Agus – Alcune soggettività politiche hanno abbandonato il campo, altre hanno subito e stanno subendo profonde divisioni”, sottolinea riferendosi al Pd e alle fughe in avanti di Renato Soru, che sabato 11 a Cagliari presenterà quella che sui social ha annunciato come la “Rivoluzione gentile”.
“Non sono stati coinvolti gli amministratori locali, né le coalizioni delle maggiori città che andranno al voto e sulla scelta della leadership – denuncia il capogruppo – non è stato fatto alcun passaggio di condivisione aperta dotata della minima trasparenza”. Tutto questo per i Progressisti “rischia di ridurre le possibilità di sostituire il governo attualmente in carica, un governo pericoloso per l’istituzione autonomistica oltreché fallimentare sul piano politico”.
Ma se domani alle 13 non saranno presenti all’incontro, che resta confermato e in cui è attesa anche la candidata proposta Alessandra Todde, i Progressisti si impegnano e continueranno a farlo “nella ricomposizione e nel rafforzamento del campo”. Il tempo c’è, dicono: “Ci sono molti esempi in cui si è deciso il candidato all’ultimo minuto”. “Io sono ancora convinto che si possa ricompattare il quadro perché il tempo c’è – ribadisce Agus – Noi siamo i più grandi oppositori di Solinas e quel campo, quella coalizione è casa nostra”. Secondo Agus, Zedda, Uras e i colleghi, una coalizione che perde pezzi perché abbandonano o perché si dividono al loro interno, non è certamente vincente. “Lavoriamo per riunire il campo – ribadisce Agus – a partire dall’appuntamento di sabato con Renato Soru, che consideriamo una parte della coalizione che sarebbe innaturale collocare all’esterno”.