Pietra tombale sulle primarie ma via libera a una lista di criteri per la scelta di candidato presidente della Regione in vista delle regionali del 2024.
E’ quanto emerso dal tavolo della coalizione che si oppone al centrodestra e di cui fanno parte i partiti storicamente nel centrosinistra, il Movimento cinquestelle e gli indipendentisti di Liberu.
Una discussione propedeutica anche alla direzione regionale del partito democratico che si dovrà esprimere questa sera a Tramatza, anche dopo le fughe in avanti di Renato Soru, che si vuole ricandidare a governatore, e Massimo Zedda, che si dice pronto a correre per riconquistare Cagliari.
In apertura del tavolo che si è tenuto nella sede cagliaritana del Pd, Liberu, con Giulia Lai, ha proposto agli alleati una mozione per mettere ai voti il definitivo stop alle primarie.
“Nessuno al tavolo ha voluto votare e questo significa che si è messo un pietra tombale sulle primarie – spiega all’ANSA Lai – si è invece fatto una discussione sui criteri per il candidato che sono stati definiti in un documento. Noi abbiamo posto la questione del diritto dell’autodeterminazione del popolo sardo e continuiamo ad apprezzare che Renato Soru si sia candidato e che si sia messo a disposizione della coalizione”.
Tra i criteri fissati, oltre alla “capacità di tenere unite le forze politiche e i movimenti che costituiscono la coalizione” e alla valutazione “dell’esperienza politica e di governo maturata”, al candidato viene chiesta la “condivisione sulle scelte per la composizione del futuro governo della Regione”, tendendo conto anche del peso elettorale rappresentato dai componenti al tavolo che lo sostengono”. Stop a eventuali liste “del presidente, liste civetta o simili” perché deve essere “il presidente della coalizione”.
Inoltre i partiti e i movimenti valuteranno “l’assenza di conflitti di interesse e di coinvolgimento in episodi di natura giudiziaria che ne indeboliscano il profilo dal punto di vista etico”.
Stasera i dem si riuniscono a Tramatza e dovrebbero ratificare i criteri dicendo definitivamente addio alle primarie ma non si escludono colpi di scena.