IProgressisti tentano di uscire dall’impasse creata dalla divisione del centrosinistra sulla candidatura alle Regionali del 2024 sfoderando l’arma della legge.
In extremis, sul finire della legislatura e con la richiesta di esame d’urgenza, hanno presentato in Consiglio regionale una proposta normativa che impone alle coalizioni o liste che intendano presentarsi alle elezioni regionali, le primarie per la scelta dei candidati presidente.
Nello specifico si tratta di una norma transitoria per le elezioni del 2024, nelle more della legge di attuazione dell’articolo 8 della Statutaria, e stabilisce che le forze politiche devono provvedere a scegliere il candidato presidente della Regione “con elezioni primarie regolate con autonoma disciplina, nel pieno rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità e democraticità”, si legge nel testo della proposta firmata da Francesco Agus, Gianfranco Satta e Massimo Zedda.
Disciplina che deve essere “comunicata attraverso pubblicazione gratuita sul Buras”.
Il tempo c’è, precisano i proponenti, ed elencano recenti esempi e precedenti, anche nell’Isola, in cui i candidati sono stati scelti a ridosso della presentazione delle liste.
“C’è un problema di ordine giuridico e uno di ordine democratico – ha spiegato Francesco Agus durante l’illustrazione alla stampa della proposta di legge questa mattina in Consiglio regionale -. Il secondo ci preoccupa di più perché ci avviamo a una consultazione elettorale che potrebbe vedere alle urne poco più di un terzo dei sardi, tutto quello che va nel senso dell’apertura della partecipazione degli elettori può modificare in parte questo dato”. “Rispetto all’ordine giuridico – ha sottolineato – c’è una Statutaria in vigore e non dare attuazione a questa norma potrebbe dare adito a ricorsi, è bene risolvere il problema”.
Lo spiega Massimo Zedda: “Anche se la Statutaria è in vigore dal 2013 e sono passati dieci anni, ora il momento politico è diverso. Anche nel centrodestra questo tema è stato posto, c’è una bozza di proposta dai Riformatori”. Per Zedda e colleghi “il mancato utilizzo delle primarie con una legge di riferimento che lo prevede potrebbe creare il giorno dopo l’elezione un risultato soggetto a vizio per mancata applicazione”.