Il tavolo regionale a cui fa riferimento la coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia in Sardegna è un tavolo “truccato”, convocato irritualmente, pessimamente gestito e le cui conclusioni sono state forzatamente e strumentalmente interpretate dalla medesima coordinatrice di FdI.
Lo dimostrano le incongruenze che con il passare delle ore emergono in tutta la loro gravità, ad incominciare dalla cooptazione, unilateralmente decisa dalla coordinatrice di FdI, all’interno dello stesso tavolo e con uguale diritto di voto, di singoli consiglieri regionali, di sigle senza liste a supporto e di liste di nuova costituzione che non hanno alcun peso elettorale dimostrato da precedenti partecipazioni al voto in Sardegna.
Emblematico è il caso della nuova Dc di Gianfranco Rotondi, parlamentare iscritto al gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati, che è stato rappresentato alla riunione dello scorso 4 gennaio dal consigliere regionale Valerio De Giorgi, eletto in Consiglio regionale nelle liste di Forza Paris (formazione che oggi sostiene il centrosinistra della Todde) e attuale componente del gruppo misto.
Non cambia il discorso per Idea Sardegna, rappresentata dal solo consigliere Roberto Caredda (eletto nella lista di Cuccureddu, oggi nel centrosinistra) unico esponente dopo la fuoriuscita della consigliera Carla Cuccu, anch’essa candidata nelle liste a sostegno della Todde, della componente del gruppo Misto che non ha votato in Aula neppure il collegato alla legge finanziaria.
Analoghe incongruenze si registrano nella partecipazione del consigliere eletto nelle liste di Forza Italia, poi passato a “Cambiamo” di Giovanni Toti e quindi all’Udc, Antonello Peru, che nell’arco di qualche giorno è passato dall’essere il portavoce di un fantomatico grande centro, a rappresentare la lista “Sardegna al Centro/Sardegna 2020” dell’ex consigliere regionale Stefano Tunis.
Inutile evidenziare che, considerate le posizioni di partiti come Forza Italia e Udc che hanno chiaramente dichiarato attraverso i propri leader di dover attendere un confronto nazionale con Lega e FdI per ufficializzare una posizione di sintesi che tenga unita la coalizione sulla regola sempre seguita di ricandidare gli uscenti, sono proprio queste componenti politicamente impalpabili e liberamente accreditate che hanno assecondato la posizione (mai motivata con argomentazioni politiche) della coordinatrice di Fratelli d’Italia contro l’ipotesi della riconferma del presidente uscente Christian Solinas.
Ed è superfluo sottolineare come, contrariamente a quanto stabilito nella prima riunione della coalizione, non si sia dato seguito – come unanimemente deciso – alla costituzione, parallelamente al tavolo del programma, anche del tavolo per l’individuazione delle regole per stabilire il perimetro politico dell’alleanza di centro destra civica e sardista ed il peso di ciascun voto, in vista di possibili nuove adesioni per le elezioni del prossimo 25 febbraio.
Non resta dunque che ripartire dalla correttezza e dalla lealtà, se davvero si vuole ricercare l’auspicata unità politica e di azione, lasciando da parte gli inutili personalismi e le camarille che hanno intossicato la legislatura che si chiude, portando a continui cambi di casacca, alla scomposizione dei gruppi espressione di partiti in favore di sigle e raggruppamenti nati in maniera scomposta con il dichiarato intento di condizionare la maggioranza.
Si tratta di metodi inaccettabili, tradotti in questi anni in forzature infantili che hanno portato a spaccare la coalizione in tutte le elezioni amministrative nei centri sopra i 15.000 abitanti da Olbia a Iglesias, per arrivare a Capoterra e Assemini. Purtroppo i protagonisti di questi strappi, per la sola esigenza di avere proprie candidature anche se a perdere, sono stati sempre gli stessi e sarebbe opportuna una riflessione in questo senso.
Antonella Zedda prima di dare patenti di unità e coerenza per la coalizione dovrebbe ricordare come ad Olbia per le elezioni comunali abbia spaccato la coalizione non presentando il simbolo di FdI nel centrodestra ma abbia addirittura candidato i suoi iscritti a sostegno della coalizione di centrosinistra formando una lista civica contrapposta al Sindaco Nizzi. Così come ad Iglesias ha presentato un candidato a Sindaco di FdI in contrasto con il resto della coalizione. L’unica costante di queste operazioni è sempre stata la sconfitta.
Ecco perché chiediamo ancora una volta che si torni al buon senso ed a ragionamenti politici che consentano ai partiti di compiere le proprie legittime scelte, nel rispetto della forma e della sostanza, delle regole e delle consuetudini, delle persone e delle cariche, evitando pericolose quanto improduttive scorciatoie, insieme con quelle dannose forzature che minano la credibilità e l’autorevolezza di chi dovrebbe recitare un più calzante ruolo politico a garanzia della tenuta della coalizione e del pieno rispetto dei più elementari principi democratici.