Regionali in Sardegna, il Pd del Sulcis-Iglesiente mette in discussione la Todde: “Mutate le condizioni”

La Federazione provinciale del Partito Democratico del Sulcis-Iglesiente che, nel panorama politico regionale, rappresenta il territorio in cui il Partito Democratico guida le amministrazioni dei due capoluoghi di provincia, Carbonia e Iglesias, a seguito di risultati elettorali eclatanti, ha deliberato un documento di critica della scelta di Alessandra Todde come candidata alla Presidenza della Regione.

In un documento discusso dalla Federazione si evidenzia che: “considerato che il Partito Democratico della Sardegna, così come stabilito con l’Ordine del Giorno approvato il 31 ottobre u.s. dalla Direzione Regionale, ha inteso anteporre l’importanza e il valore dell’unità della coalizione sin lì costruita, al legittimo interesse del partito di concorrere per la scelta della candidatura alla Presidenza della Regione anche con propri iscritti rispondenti ai requisiti di qualità, esperienze e competenze richiamati nell’Ordine del Giorno approvato dall’Assemblea Regionale del 14 ottobre u.s.”.

“Che nell’Ordine del Giorno approvato dalla Direzione Regionale, è rimarcato in termini prioritari, la necessità di compiere ogni azione finalizzata alla costruzione di un’alleanza la più ampia possibile e capace di includere il Movimento 5 Stelle, le forze Progressiste, i Movimenti civici, autonomisti e indipendentisti, socialisti, liberal democratici e europeisti, per affrontare le prossime elezioni regionali del 2024 con l’obiettivo non solo di battere le destre che governano le istituzioni, ma proporre un progetto complessivo per l’isola, innovativi modelli di sviluppo sostenibile ed il ripristino della dignità della Regione Autonoma nei rapporti con lo Stato”, scrive ancora la Federazione del Sulcis iglesiente.

“E preso atto che il presupposto di non adottare il metodo delle primarie di coalizione per la scelta del candidato/a Presidente è stato rappresentato pubblicamente come deliberato ampiamente condiviso dalle sigle che sin dal 7 luglio scorso hanno composto il tavolo politico del centro sinistra sardo, cosiddetto “Campo Largo”, ragion per cui, proprio ai fini della massima coesione e unità della coalizione, il partito ha dapprima rinunciato all’istituto delle primarie, poi anche a contribuire con una sua proposta di candidature alla presidenza della Regione”, scrivono ancora i dirigenti Pd.

“Considerata la contrarietà manifestata da più partiti della coalizione come Liberu, +Europa, dal partito dei Progressisti e, da ultimo, dall’UPC, i quali hanno eccepito nel merito e nel metodo le modalità adottate per la scelta del candidato di coalizione e per non aver accettato di discutere le altre varie candidature emerse in seno al tavolo”… “Si prende atto che le decisioni adottate ai fini di convergere su un unico candidato hanno sortito evidentemente l’effetto contrario, rispetto all’auspicio di salvaguardare l’ampiezza e la tenuta della coalizione e, quindi, agli obiettivi di cui al punto 3 dell’ODG approvato dalla Direzione regionale il 31 ottobre scorso”, incalza la Federazione sulcitana che in chiusura chiede: “Che la Direzione Regionale valuti gli effetti conseguenti al mutamento delle condizioni politiche generali venutesi a creare all’interno della coalizione, in ragione della quale si ritiene necessario e opportuno rafforzare, anche attraverso una vasta condivisione nei circoli e nelle federazioni, lo spirito unitario della colazione”.

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