Non sciolgono ancora il nodo sulla posizione definitiva in vista delle elezioni regionali di febbraio i Progressisti, che questa sera riuniti in assemblea degli iscritti hanno analizzato l’attuale situazione e confermato “la necessità di superare la divisione in due blocchi dello schieramento democratico, progressista, socialista ed ecologista, civico, dell’autonomia e dell’autodeterminazione”.
Per questo prendono tempo e impegnano il partito e i suoi dirigenti “a percorrere la strada dell’unificazione dello schieramento democratico, a promuovere e partecipare a incontri finalizzati alla riunificazione, rendendosi disponibili ad ogni iniziativa che formalmente e sostanzialmente raggiunga l’obiettivo di moltiplicare le forze per un radicale cambiamento del Governo della Sardegna”.
Lo scrivono in un documento ufficiale in cui ricordano che l’origine della divisione è stata il metodo di scelta del nome.
“Non ha aiutato e non aiuta neppure diffondere informazioni approssimative sui presunti, più o meno consistenti, pesi elettorali, e neanche divulgare ardite interpretazioni sulle posizioni delle singole formazioni politiche dello schieramento, sulle opinioni dei loro dirigenti, su immaginari incontri tra esponenti dei diversi gruppi politici – tengono a puntualizzare -.
La confusione è il terreno nel quale meglio si coltiva l’erba della discordia. Per questo noi abbiamo deciso di parlare attraverso i nostri documenti”.
Per i Progressisti l’obiettivo “ineludibile dell’unità può essere raggiunto soprattutto con il diretto coinvolgimento dei tanti amministratori locali democratici, progressisti, di sinistra, identitari e del civismo democratico, che non possono essere tenuti ai margini dell’impegno per lo sviluppo della società sarda. Le nostre autonomie locali sono corpo e anima dell’intera autonomia regionale”.