Il candidato Presidente è intervenuto a Sassari sull’emergenza sanitaria in Sardegna e stasera a Carbonia durante l’incontro “Patto per il lavoro e la transizione energetica”.
Sulla sanità: «Bisogna rimettere al centro il capitale umano, quindi fare un investimento straordinario nell’assumere nuovo personale, stabilizzando anche le persone che lavorano in condizioni precarie.
Occorre anche far lavorare i medici specializzandi il prima possibile e dobbiamo avere la capacità di attrarre medici da fuori. Non è possibile che il personale sanitario sia pagato così poco, bisogna dare un salario adeguato, competitivo». Sull’Azienda Ospedaliera Universitaria: «Sono fortemente in disaccordo all’idea di un possibile spostamento dell’AOU verso il Mater Olbia. Se dovesse nascere un policlinico universitario olbiese, Sassari perderebbe anche la facoltà di Medicina. Se sarò io a governare la Regione Sardegna, farò tutto ciò che sarà possibile per incentivare lo sviluppo di questi studi. Sono contrario al numero chiuso ed è fondamentale che i nuovi medici siano messi da subito nelle condizioni di lavorare e di prestare il supporto alla comunità.
Occorre valorizzare queste professioni, così come quelle infermieristiche che rappresentano una parte fondamentale per la crescita e lo sviluppo di ogni comunità». Sul lavoro e la transizione energetica: «Nella Sardegna del Nord ci immaginiamo un’economia verde, dove l’idrogeno, l’economia circolare e i poli nautici possono rappresentare un’efficace opportunità di lavoro e occasione di sviluppo. Nel Sulcis la transizione energetica è stata accompagnata dal Fondo per la transizione giusta.
Questa transizione energetica non la possiamo lasciar fare né a Palazzo Chigi, visto che sta accentrando i fondi, né in via Trento e tantomeno a Villa Devoto, perché bisogna coinvolgere in primis i lavoratori e fare un percorso
comune con tutte le parti sociali. Non c’è molto tempo, le risorse vanno spese. Tra le cose che si possono fare, sfruttare l’intelligenza artificiale generativa che ridurrà gli orari di lavoro, favorendo la produttività. Quindi lo dico: è certamente ora di ripensare l’orario di lavoro. Nel Sulcis ci sono tante occasioni di lavoro: col turismo, l’agricoltura, il recupero del patrimonio minerario dismesso, il recupero dell’edilizia abbandonata. Ma dobbiamo considerare anche che qui c’è anche la più alta percentuale in Italia di Neet. Bisogna quindi investire nella formazione, anche quella professionale, e fare qualunque sforzo per riportare questi ragazzi all’interno del mercato del lavoro. Ecco cosa bisogna fare allora: un piano straordinario dell’istruzione di tutto il Sulcis».