E pensare che doveva essere solo una serata, quella di domani all’Arena di Verona, per festeggiare insieme i rispettivi 40 e 30 anni di carriera.
Ma Francesco Renga e Filippo Neviani, colleghi e amici, si sono divertiti così tanto a interpretare uno il repertorio dell’altro che il live si è moltiplicato fino a diventare un tour, che ha a sua volta dato vita a un disco di inediti, ‘RengaNek’, in uscita il prossimo 8 settembre.
Entrambi vestiti di nero, alla vigilia del sold out all’Arena, Renga e Neviani spiegano che per loro “è arrivato il momento di divertirsi con ciò che si ama fare”. E cosa c’è di meglio per un artista che fare musica con un amico? “E’ tutto frutto del nostro entusiasmo e dell’amicizia che ci lega – racconta Nek – non rientra in una strategia, ci siamo solo preoccupati di essere noi stessi e questo ci ha permesso di arrivare a un disco di inediti, rispettando l’un l’altro e pensandoci come uno solo. Vogliamo pensare che non siamo piu’ Renga e Nek, ma una cosa sola. Quando canto ‘Vivendo adesso’ è come se cantassi un mio brano, perché amo le sue canzoni come se fossero le mie”.
Per Francesco Renga, invece, “tutto parte dalla consapevolezza di essere in un punto del percorso dove molto è stato fatto, dalla voglia di rimettersi in gioco con un amico che è un grande artista”. Da buoni amici, per far funzionare il progetto, entrambi hanno fatto un passo indietro, affidandosi a terzi per la composizione e intervenendo poi Renga sui testi e Nek sugli arrangiamenti, ma “senza aver riguardo solo per se stessi ma preoccupandosi – spiega Neviani – che l’entità RengaNek si muovesse nel modo migliore”.
“Questo è un disco cantato e da cantare – aggiunge il cantautore bresciano – scrivere per sé in questo caso era sbagliato, meglio approcciarsi a cose neutre per dare spazio a due vocalità diverse con una libertà nuova”. “Non è Renga non è Nek – continua l’ex Timoria – ma una cosa terza in cui mettiamo il nostro ego a servizio uno dell’altro, per fare cose difficilissime con una leggerezza tutta nuova”. Perchè anche se le vocalità sono simili “io sono ritmico serrato – spiega Nek – lui lascia il canto largo”. Insomma, “lui è Sting, io Bono” scherza Renga, per il quale inventarsi un evento come quello dell’Arena “è stato un modo di buttare la palla avanti, perché le preoccupazioni sono tante e avevo bisogno di questa cosa”. Di ritrovare la libertà “di divertirci e divertire il nostro pubblico” anche con pezzi che da solo Renga non avrebbe interpretato, come ‘Il solito lido’, “una canzone geniale che scimmiotta le hit estive, che per la nostra generazione sono velleità”.
Questa “cosa terza” chiamata RengaNek potrebbe avere un futuro: “magari ci fermiamo al tour, magari andiamo avanti” dice Filippo Neviani, che per questo non evita l’argomento Sanremo: “se dovessimo avere una canzone che merita, perché no?”.
L’importante è continuare a coltivare l’entusiasmo: “mi piace l’idea di imparare cose nuove a 51 anni” sottolinea ancora Nek, che non esclude la terza edizione del talent Rai ‘Dalla strada al palco’. “E sia messo agli atti – scherza il compagno di palco – che ci sarò anche io!”.