Il 6 ottobre 2023 Fridays for Future Italia protesta nelle piazze di tutto il Paese: la risposta spontanea al negazionismo del governo è la resistenza collettiva. A Cagliari l’organizzazione ha deciso di celebrare il funerale della Sardegna.
“La Sardegna e l’Italia sono a un nuovo capitolo della storia climatica: incendi, ondate di calore, siccità, alberi sradicati e serre distrutte dal vento, chicchi di grandine come palle da tennis e alluvioni. È il capitolo della devastazione, che rende l’azione collettiva indispensabile”… “Un governo che, all’indomani della catastrofe, nega ogni correlazione tra fenomeni estremi e crisi climatica, è un governo negazionista. E per questo inadeguato a indicare risposte per prevenire i peggiori scenari prospettati dalla scienza climatica. Idem per quanto riguarda la nostra Giunta Regionale”, affermano gli organizzatori.
“La prima causa dell’aumento delle temperature, e di conseguenza dei fenomeni climatici estremi, sono i combustibili fossili, su cui l’Italia, e di seguito la Regione sarda, continua a investire ampiamente. Lo Stato italiano ha una responsabilità importante nelle politiche di mitigazione mondiali, date le sue emissioni storiche. L’Italia dovrà superare gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea, riducendo le sue emissioni di gas climalteranti dell’80% entro il 2030 e decarbonizzando il settore elettrico entro il 2035.
In tutto questo, la Sardegna appare come la regione dello Stato con la maggior quantità di emissioni pro-capite. Questo per colpa delle due centrali a carbone ancora attive (Portovesme a Portoscuso e Fiume Santo a Porto Torres), della Sarlux che brucia gli scarti di raffinazione del petrolio della Saras. Solo un 25% dell’elettricità sarda proviene da fonti rinnovabili.
Per di più, nel complesso si produce un 30% di elettricità in più del fabbisogno, destinata ad essere esportata. Infine, siamo dipendenti da fonti fossili anche in altri settori chiave, quali il riscaldamento domestico e i trasporti: benzina delle automobili, gasolio dei pochi treni e autobus e dei camion.
Negli ultimi secoli sempre di più la Sardegna è stata derubata, affamata, soffocata, bombardata, avvelenata da governanti e grossi imprenditori senza scrupoli, e poi lasciata da sola ad affrontare le conseguenze. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, è urgente abbandonare immediatamente ogni nuovo investimento in carbone, petrolio e gas.
Una linea in controtendenza rispetto al piano Mattei, con il quale il governo vincola il Paese al fossile e a eventi estremi sempre più frequenti e intensi. In controtendenza anche rispetto allo scellerato piano di metanizzazione portato avanti nell’ultimo decennio da governi regionali e statali d’ogni colore.
La protesta contro gli investimenti fossili è un atto di resistenza. Non resteremo a guardare mentre il mondo viene condannato a morire.
Possiamo vivere senza combustibili fossili, ma non sopravviveremo un giorno senza le risorse del pianeta. Non possiamo mangiare il carbone, né bere il petrolio, né respirare il metano.
Accanto alle politiche di mitigazione è necessario affiancare strategie di adattamento che preservino gli equilibri e le risorse del pianeta, prima fra tutte l’acqua. Il movimento propone alcune soluzioni per tutelare l’acqua e garantire maggiori difese naturali ai fenomeni estremi, tra cui: ridurre i consumi, ripristinare gli alvei originari dei fiumi, tutelare e promuovere la salute del suolo, favorire l’assorbimento dell’acqua nel suolo, spingere la forestazione, ripristinare i fondi del PNRR per il dissesto idrogeologico.
È specularmente emblematico che, con l’attuale governo, si siano inasprite le misure repressive nei confronti di chi oggi manifesta pacificamente e resiste praticando la disobbedienza civile.
Continuiamo a resistere! Non lasciamoci immobilizzare dall’eco-ansia, ma combattiamola attraverso l’attivismo! Lottiamo insieme e costruiamo comunità resilienti e sostenibili!. È il momento di esserci fisicamente, perché la resistenza è un atto fisico, che non si fa stando in casa, ma manifestando insieme in piazza e proponendo alternative concrete per tutti e tutte.
La #ResistenzaClimatica di Fridays For Future è partita il 15 settembre con la giornata di azione globale per il clima, e tornerà nelle principali piazze d’Italia il 6 ottobre. Fridays For Future Cagliari invita tutte le associazioni, i sindacati e i movimenti ad aderire e a partecipare attivamente ai funerali della nostra amata Sardegna”, concludono gli aderenti a Fridays For Future
Il corteo funebre, che si svolgerà in forma pubblica, partirà da Viale Trento 69, fronte Giunta Regionale, a partire dalle ore 16:00, e si concluderà sotto il Consiglio Regionale in via Roma, 25.