Nel pomeriggio di domenica 8 settembre un gruppo di attiviste antispeciste del movimento Ribellione Animale ha contestato Festivaletteratura, una delle più importanti manifestazioni culturali della penisola. Le attiviste hanno tracciato una linea di separazione di vernice rossa tra la libreria del Festival e lo stand di salumi dell’azienda Levoni, posti nella piazza principale della città, una di fronte all’altro. L’azione vuole porre una netta divisione tra la cultura e lo sfruttamento degli animali, due ambiti incompatibili che non dovrebbero coesistere. Le attiviste si sono incollate al selciato esponendo uno striscione con la scritta “A Mantova dissenso proibito. Fuori Levoni dalla cultura”.
Le attiviste hanno denunciato l’ipocrisia di Festivaletteratura, finanziato parallelemente da un’altra industria della morte quale è Grana Padano. Quest’anno l’organizzazione ha previsto una serie di eventi sugli animali non umani, invitando ospiti come Emmanuel Carrère, Joël Dicker e Paul Lynch e il divulgatore scientifico David Quammen; quest’ultimo autore aveva raccontato la storia delle zoonosi, delle quali sono responsabili gli allevamenti intensivi e la la conseguente devastazione della natura, arrivando a prevedere la pandemia di covid-19 ben prima del 2020. L’impatto violento e distruttivo della zootecnia è quindi incompatibile con la collaborazione tra Festivaletteratura e aziende che lucrano sui corpi degli animali non umani come Levoni e Grana Padano, sponsor dell’evento mantovano fin dalla prima edizione nel 1997.