“In queste ore, giunge notizia di un’accelerazione nella riforma della rete distributiva carburante, un tema caldo che ha attirato l’attenzione di tutti gli attori del settore. A comunicarlo è stato il Sottosegretario alle Imprese, Massimo Bitonci, che, attraverso un comunicato, ha espresso soddisfazione per un riavvicinamento delle posizioni tra le Compagnie Petrolifere e le organizzazioni di categoria dei Gestori carburanti. Tuttavia, nonostante queste dichiarazioni di ottimismo, la questione rimane più nebulosa che mai: non è ancora chiaro quale sarà il futuro dei **benzinai italiani**.
La vicenda, complessa e al contempo bizzarra, ha visto la contrapposizione tra le due principali forze in gioco: le compagnie petrolifere da un lato, e i gestori di carburante dall’altro. Il nocciolo del contendere? **I contratti**, e soprattutto la loro applicazione. Questi contratti, che avrebbero dovuto essere solo uno strumento di regolamentazione dei rapporti tra gestori e titolari di autorizzazione, si sono trasformati nel vero terreno di scontro, dove le posizioni si sono irrigidite nel corso del tempo.
Una situazione che parla chiaro: dietro le quinte delle discussioni sul rinnovo contrattuale si cela una più profonda tensione, quella tra le politiche delle compagnie petrolifere e le necessità dei gestori. Se da un lato c’è chi sottolinea la necessità di una revisione della rete distributiva, dall’altro non manca chi punta il dito contro una gestione poco trasparente e a tratti imposta dall’alto. In questo quadro, le polemiche sui contratti sono solo la punta dell’iceberg.
A far luce su questa impasse è l’Associazione Nazionale Gestori Autonomi Carburanti (ANGAC), che, in ogni sede, ha manifestato la sua totale disapprovazione per un percorso che, a suo dire, è stato portato avanti senza una visione complessiva. Per l’ANGAC, una riforma di questo tipo deve rispondere a **domande precise e puntuali**, domande che riguardano non solo la gestione dei contratti, ma anche la sostenibilità futura del settore e la tutela dei piccoli gestori, che si trovano spesso in una posizione di forza debole rispetto alle grandi multinazionali del petrolio.
La posizione dell’ANGAC è chiara: una riforma che non tenga conto delle reali esigenze dei benzinai italiani, dei loro diritti e delle loro difficoltà quotidiane, rischia di essere solo una **minestra riscaldata**, cioè una semplice riproposizione di vecchie soluzioni, magari più appetibili per le grandi compagnie ma scarsamente efficaci per i gestori. E in un contesto economico come quello attuale, dove l’incertezza regna sovrana, la sensazione che si tratti solo di un tentativo di sistemare le cose in maniera superficiale è forte.
Le parole del Sottosegretario Bitonci sembrano suggerire che si stia cercando di trovare un terreno comune, ma non è ancora chiaro quale sarà il reale impatto di questa “riforma” sui lavoratori del settore. Se i contratti, come indicato nel comunicato, sono destinati a diventare più equilibrati, non è detto che la nuova versione risolva le problematiche di fondo. In fin dei conti, una vera riforma dovrebbe andare oltre la semplice revisione dei contratti, e porsi domande più ampie, come ad esempio:
– Come si garantirà la competitività della rete distributiva?
– Quale ruolo avranno i piccoli gestori di fronte alle grandi compagnie petrolifere?
– In che modo sarà tutelata la professionalità dei benzinai italiani in un settore sempre più automatizzato e centralizzato?
Ancora oggi, queste domande restano senza una risposta chiara e concreta.
La domanda che sorge spontanea è dunque: siamo di fronte a una vera **riforma** che cambierà davvero le carte in tavola, o stiamo assistendo a un’ennesima **minestra riscaldata**, destinata a risolvere solo in parte i problemi senza affrontare il cuore delle questioni? Il tempo dirà se questa accelerazione nei negoziati porterà a un risultato concreto, o se alla fine sarà solo l’ennesima promessa non mantenuta”, scrive in una nota l’Associazione Nazionale Gestori Autonomi Carburanti.