Russia, guerra civile e Colpo di Stato: tutte le balle dell’Occidente

Non saprei cosa scegliere tra chi ha raccontato peggio la giornata di sabato 24 giugno, se la stampa o la politica italiana.

Vladimir Putin sembra essere l’unico grande vincitore di questa situazione a dir poco grottesca che ha coinvolto il Ministro della Difesa da una parte e il gruppo Wagner dall’altra.

Questa vicenda non riguarda un ipotetico colpo di Stato, non riguarda uno scontro tra Putin e Prigozhin, non riguarda in nessun modo un conflitto interno, ma solo un rafforzamento del ruolo politico e militare di Vladimir Putin e di chi, come il gruppo Wagner, sin dall’inizio sostiene le politiche del governo del presidente russo. Non ci sono altre interpretazioni.

Non ci sono sconfitti, non c’è un colpo di Stato in Russia: tutto questo è stato raccontato dalla Meloni, da Salvini, da Crosetto, da Tajani e dalla stampa italiana asservita al potere Atlantista e guerrafondaio, pronto a tutto pur di distruggere la Russia.

Nulla di questo è avvenuto. Anzi, possiamo dirlo senza smentita, il grande vincitore di questo conflitto interno alla Federazione Russa è stato il presidente Vladimir Putin. Nelle prossime settimane sarà ancora più chiaro cosa sia successo in Russia, grazie alle sostituzioni di alcuni generali e di alcuni ministri.

Questo perché parte della classe dirigente russa è ancora legata a una visione antica e antistorica del ruolo che la Federazione Russa deve avere nel contesto internazionale, nelle politiche di superamento del monopolio unico degli Stati Uniti d’America che continuano a destabilizzare l’intero pianeta per interessi prettamente economici.

Ciò che abbiamo visto in questi due giorni raccontato dalla stampa occidentale è il meschino servilismo nei confronti della Nato e dei guerrafondai occidentali.

 

 

Di Simone Spiga

Direttore di ReportSardegna24

Exit mobile version