Un omaggio ad artisti e artiste che hanno saputo raccontare i misteri antichi della nostra isola e proiettarli nella contemporaneità con musiche e parole evocative: è Umbras, suoni dalla Sardegna oscura, il mini festival organizzato dall’associazione Terra Atra alla sua prima edizione.
L’appuntamento è per sabato 13 luglio alle 21.30: nel palco all’aperto della Cueva Rock, sulla ex strada provinciale di Quartucciu, suoneranno tre formazioni sarde diversissime per sonorità ma accomunate dalla ricerca e dalla sperimentazione e dal legame tra suggestioni dal passato e sonorità contemporanee.
Ad aprire la serata Hermetic Brotherhood of Lux-or da Macomer: l’ultimo disco di Mirko Santoru e Laura Dem, “Ohr”, è considerato un discorso antropologico prima che musicale, teso a trovare un legame tra il suono, il territorio e la cultura sarda, terra di miti e misteri. Quella che loro stessi definiscono post world music è un concentrato di ambient industrial, sonorità cupe e ritmiche ossessive che esaltano l’intento paranoico di portare alla luce una realtà dalla quale si distoglie lo sguardo con fin troppa impudenza.
La musica della seconda band in scena, Ilienses, progetto di Mauro Tedde e Natascia Talloru nato nel 2018 a Gavoi, può essere definita come una combinazione sperimentale di strumenti contemporanei e arcaici della Sardegna, attualmente ancora utilizzati in rituali esoterici come il Carnevale sardo; il passato è il loro campo di ricerca, traggono ispirazione dalla storia, dai suoni della tradizione, dalla lingua locale, dai poeti sardi e dalla saggezza degli anziani. Il live sarà arricchito dalla presenza dei musicisti Ignazio Cuga, Gianfranco Delussu, Ilaria Orefice.
A chiudere la serata la cantante e performer Dalila Kayros insieme al musicista elettronico Danilo Casti. La loro musica supera i limiti dei generi, spingendo costantemente i confini in diversi terreni musicali. “Animami”, ultima uscita, pubblicata nel 2022 per Subsound Records, è definito “un viaggio sulla linea dello spazio e del tempo che non si comporta come qualcosa che possa essere ingabbiato in tre dimensioni, anzi, semmai ne crea ulteriori”. La loro è un’elettronica spinta, accompagnata da un tribalismo vocale che pone il lavoro in un ipotetico equilibrio tra il reale e il visionario.
In scena durante la serata le danzatrici tribal fusion Kogas (Ileana Sanna e Marta Pipia) e Francesca Cara, a fare da sfondo sonoro il dj set di Revenant e Venefica.