Cosa pensi voglia dire “artistico”? Si tratta di una domanda che da sempre inserisco nel test d’ingresso diagnostico d’inizio anno, l’unica che da sempre propino rispetto ad altre che muto nel tempo in relazione al medesimo. L’arte di base, dovessi rispondere io che valgo uno studente qualunque, consente di scrivere storie rappresentandole, i suoi simboli sono generatori d’universi che incrociandosi archetipicamente determinano memoria comune, memoria che la comunità traduce e decripta: il linguaggio simbolico dell’arte nasce, si genera e rigenera in questa modalità. Complesso?
Basta vivere il fare artistico per comprendere che sia così, vi faccio qualche esempio legato alla mia realtà? Primo esempio: Sabrina Terracciano, è una studentessa che frequenta il Liceo Don Lorenzo Milani, dove il caso ha voluto frequentasse il mio laboratorio, nel medesimo laboratorio di Discipline Plastiche e Scultoree, per ridurre gli scarti di produzione (argilla e terracotta sono considerati rifiuti “speciali”, complicati da smaltire) con argilla recuperata da processi didattici finalizzati alla cottura, in laboratorio abbiamo generato degli studi di entità animino energetiche, “anime plastiche” a cui abbiamo affidato il compito di proteggere dal male (non fingete di non saperlo: il male esiste).
Sabrina ha ritrovato qualcuno di questi scarti di produzione, dallo storico rivenditore per Belle Arti Gino Ramaglia, come da copione ne ha prelevato uno (che ha visto gestire in laboratorio) e con lo stesso Enzo hanno scattato un selfie testimoniante la capacità connettiva insita nella processualità e progettualità dell’arte. Secondo esempio: Russ Miller è un artista che vive vive e lavora nella città di Rapid City nello Stato del Sud Dakota negli States, in questo momento, in concomitanza con il suo compleanno (è del 13 Settembre del 1966) è in mostra a Forio, nello spazio del gallerista Salvatore Iacono.
Russ ha il cancro, nel nome di questo Salvatore Iacono, con la sua mostra in esclusiva in Europa, ha posto i suoi lavori in dialogo con i miei acquisiti dalla sua galleria, dedicati votivamente a Sant’Agostino, questo per assolverlo e curarlo, di modo che sia pronto, il più tardi possibile (come tutti noi), a rimettersi in viaggio terminata la sosta nel corpo che abita. Voi non lo sapete, ma in un anno, ho abbandonato sculture votive scartate di produzioni e piccole tele santini (per grazia ricevuta), nelle tante edicole votive a cielo aperti Napoletane, l’ho fatto perché ho chiaro che in questa dimensione che chiamiamo realtà, stiamo vivendo un’illusione che chiamiamo realtà, la mia “vera religione” è quella del linguaggio simbolico dell’arte, la vita e l’arte non sono altro: questione di fede. Fede di Sabrina che non ho dubbio alcuno diventerà un’artista che saprà sempre dire la sua con la sua produzione, fede dei fratelli Ramaglia che con la loro attività determinano la produttività d’artisti che siano tali oltre le logiche di mercato, fede di Russ Miller che col suo lavoro si confronta col male che ha dentro, fede di Salvatore Iacono che tenta di curarlo, fede mia nel mio lavoro finalizzato a curare l’altro e gli altri dal male (che esiste, non fingiamo d’ometterlo).
di Mimmo Di Caterino