La Sardegna occupa il secondo posto in Italia per il più basso numero di cure domiciliari agli anziani: il 2,15% tra gli over 65 e il 3,6% tra gli over 75.
Il primo posto di questa graduatoria al contrario è della Calabria (1,67% tra gli over 65 e 2,87% tra gli over 75).
Lo evidenzia il segretario generale di Cisl FNP Sardegna, Alberto Farina: la situazione rilevata dall’Indagine 2024 di “Italia Longeva” alla luce dei dati del Sistema informativo del Ministero della Salute, fotografa le carenze del sistema sanitario sardo nei confronti degli anziani.
“Un’ADI (assistenza domiciliare integrata) deficitaria – osserva il sindacalista – si riflette negativamente su tutto il funzionamento della sanità: soprattutto aumentano accessi al pronto soccorso e ricoveri inappropriati. In tutta l’Italia sono state calcolate 600mila giornate di degenza inappropriate per gli over 70, solamente per gestire malattie croniche come diabete e ipertensione, che contribuiscono al sovraffollamento degli ospedali, all’aumento delle liste d’attesa e alle dimissioni tardive perché nel territorio manca la possibilità della presa in carico di questi ammalati”.
“I dati – sottolinea Farina – dicono che anche il morbo di Alzheimer ha bisogno di attenzioni sociali particolari.
L’aumento tendenziale di questa malattia sembra uno degli esiti possibili dell’accentuato invecchiamento della popolazione sarda. I segnali ci sono tutti. La Sardegna con 44,2 casi su 10 mila residenti over 65 è la seconda regione per mortalità dovute a demenza e a malattie del sistema nervoso. Il territorio dove si registra l’incidenza più alta di questo tipo di mortalità è il Sud Sardegna (46,8 su 10.000 residenti). Nelle province di Cagliari e Sassari ( 45 casi ogni 10.000). Nell’isola sono circa 24mila le persone affette da demenza, di cui oltre il 50% ha la malattia di Alzheimer, per un carico sociale non inferiore a 60mila persone ( pazienti, familiari e caregiver). I pazienti, i parenti e i caregiver devono avere i supporti necessari per affrontare un dramma di questa entità che grava principalmente sulle famiglie. L’impatto psicologico, emotivo, sociale ed economico su quanti vivono con una persona con questa malattia è enorme. Famiglia e caregivers sono indicati ad alto rischio di incorrere in problemi di salute fisica e mentale. Anche se negli ultimi anni si assiste in Italia a un miglioramento dei servizi conclude il segretario della FNP – la Giunta regionale deve farsene carico con la giusta urgenza e stanziamento di risorse adeguate”.