Il suo precedente impegno politico e il perché della decisione di scendere nuovamente in campo per la terza volta: comincia così la prima conferenza stampa andata in onda sulla Tgr Sardegna con il candidato presidente della Regione Renato Soru.
Trenta minuti di faccia a faccia tra l’aspirante governatore e i giornalisti.
“Nel 2004 sono entrato in politica per caso, me lo avevano chiesto e se avessi detto no avrei perso il diritto di lamentarmi delle cose che non funzionano – ha risposto l’ex presidente – poi ho creduto nella nascita del Pd, nella possibilità di fare una storia politica nuova”. Ma per Soru quella strada “non ha dato le soluzioni che ci aspettavamo, il Pd non ha ancora preso la direzione giusta e non è certo giusta quella a rimorchio del M5s”, è l’attacco.
Ora, dopo vent’anni, è tornato “sulla base di un’emergenza forte che sta vivendo la Sardegna, l’ho fatto non con i partiti politici tradizionali – ha precisato – arroccati in sé stessi e chiusi, ma sono tornato a fare politica attraverso la società civile, mettendo insieme storie politiche minoritarie come quelle dell’indipendentismo o della sinistra storica. Tutte con un orizzonte sardo e non romano, con cui costruire un progetto nuovo”. Un progetto che vada oltre le elezioni: “Vogliamo portare avanti l’idea che la politica sarda non sia un franchising di quella nazionale. La Sardegna, come in Trentino e Val d’Aosta, ha bisogno di una forza politica autonoma che abbia come orizzonte politico di farla uscire dal ritardo cui altrimenti è destinata”.
Sul Ppr continua a dirsi “orgoglioso” perché ha fatto passare l’idea che “lo sviluppo dell’isola non possa prescindere per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente”, anche se “mi dispiace non essere riuscito ad approvare quello delle zone interne che avrebbe evitato le speculazioni e gli assalti per le rinnovabili”. Ma serve che i Comuni approvino i Puc e in ogni caso “due giunte di centrodestra non sono riusciti a smantellarlo nonostante le promesse”.
In studio con il giornalista Rai Salvatore Lussu, i colleghi de L’Unione Sarda Giuseppe Meloni, dell’AdnKronos Marcello Zasso e dell’agenzia Dire Andrea Piana.
E se “il mio avversario è il centrodestra – ha proseguito Soru – lo stesso che ha governato per questi cinque anni”, le stilettate sono per il M5s.
“Noi siamo l’unica possibilità di battere la destra con un progetto diverso – ha sottolineato -. La proposta politica di Pd e M5s è morta e ogni giorno sta perdendo drasticamente consensi, lo sto toccando con mano, pezzi della società sarda che un tempo si sentivano colpiti dalle mie politiche passate oggi hanno avuto modo di ricredersi”.
Domani sarà la volta della candidata Alessandra Todde per il campo largo Pd e M5s e giovedì del candidato del centrodestra Paolo Truzzu.